C’è attesa per la seduta di emergenza oggi del Consiglio della Lega Araba ‎convocato per discutere della strage di dimostranti palestinesi compiuta venerdì ‎scorso dall’esercito israeliano lungo la linea di demarcazione con Gaza. ‎L’ambasciatore palestinese Said Abu Ali ha annunciato che la sua delegazione ‎insisterà per una commissione di inchiesta sull’accaduto e per una condanna netta ‎di Israele. Il bilancio dei morti del 30 marzo è salito a 18 e non pochi dei 750 feriti ‎sono ancora in ospedale, alcuni in gravi condizioni. Israele respinge l’accusa di un ‎uso “eccessivo” della forza e accusa il movimento islamico Hamas di aver ‎organizzato un attacco alle sue frontiere con la copertura di una manifestazione ‎popolare. Ribadisce inoltre il rifiuto della proposta di commissione indipendente ‎d’indagine fatta dal Segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres. Peggiorano ‎nel frattempo le relazioni tra Tel Aviv e Ankara dopo le pesanti accuse rivolte al ‎premier Netanyahu dal leader turco Erdogan. Il leader di Hamas, Ismail Haniyeh, ‎fa sapere che la sua organizzazione non teme Israele e che i prossimi giorni ‎vedranno nuove manifestazioni lungo la linea di demarcazione, più intense e ‎partecipate di quella della scorsa settimana. (mi.gio)‎