Quasi mai veniamo puntualmente informati sui numerosi minorenni (italiani) che vengono maltrattati dai genitori. Eppure in Italia ogni 1000 minorenni residenti quasi 48 sono seguiti dai servizi sociali, sono 457.453 casi. Di questi, 91.272 sono stati presi in carico perché maltrattati (9,5 ogni mille minori). L’indagine – realizzata nel 2015 da Terres del Hommes e Cismai per l’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza – dice anche che i minorenni stranieri sono statisticamente più colpiti dai maltrattamenti dei genitori. Di questi casi, forse per motivi poco nobili, veniamo invece costantemente informati, soprattutto se la vittima è minorenne e musulmana e viene picchiata dai genitori per motivi che hanno o avrebbero a che fare con la religione. Giusto. Le famiglie violente, tutte, vanno condannate.

Dopo il caso della ragazza bengalese di Bologna che è stata rasata a zero per punizione dalla madre (non voleva portare il velo), la cronaca, questa volta da Pavia, si sofferma sul controverso caso di una ragazza di 16 anni picchiata dai genitori di origine marocchina per via dei suoi comportamenti disinvolti, “alla occidentale”, tanto per dire quali prevedibili reazioni provoca una storia odiosa come questa. I dettagli del conflitto sono ancora da chiarire, di certo c’è un referto medico per contusioni multiple e la denuncia della ragazza che ha detto di aver ricevuto schiaffi, pugni e cinghiate dai genitori e dal fratello (soprattutto dalla madre). Per questo il Tribunale dei minori di Milano ha tolto temporaneamente la ragazza dalla famiglia per affidarla a una comunità. La vicenda è stata riportata ieri dal quotidiano La Provincia Pavese.

Nei confronti dei genitori le indagini proseguono. La famiglia, difesa dall’avvocato Pierluigi Vittadini, respinge le accuse e nega che il problema siano gli atteggiamenti alla “occidentale” della figlia. Il problema sarebbe il rendimento scolastico ma, quale che sia il motivo del conflitto, a quei genitori andrebbe spiegato che è comunque un reato mandare la propria figlia all’ospedale. “Non voleva andare a scuola ed era stata bocciata – spiega l’avvocato – e la madre la rimproverava perché usciva la sera e rincasava molto tardi. Comportamenti ribelli adolescenziali, ma la religione o l’abbigliamento non c’entrano niente”. L’avvocato però sottolinea un altro aspetto che in questo caso suona come una mezza ammissione: “Spesso le famiglie musulmane arrivate in Italia puniscono i loro figli anche picchiandoli, laddove un genitore italiano si limiterebbe a un rimprovero o a un castigo”.

Purtroppo, le statistiche indicano che il problema è più complesso ed è meglio non generalizzare. Rispetto al totale dei minorenni presi in carico per maltrattamenti, sono più numerosi al sud e al centro (rispettivamente 273,7 e 259,9 ogni mille) contro i 155,7 casi al nord. Se è un problema di cultura, di latitudine, di religione, o personale, forse anche molti adulti non musulmani dovrebbero fare i conti con il proprio fallimento genitoriale.