Oggi Massimo Zedda ci riprova. Il sindaco uscente del capoluogo regionale sardo punta alla rielezione alla guida di un’alleanza di centrosinistra sostenuta da Sel e dal Pd.

Nessuna scossa al momento della ricandidatura. Zedda, che nelle precedenti comunali arrivò alla leadership dopo aver sconfitto alle primarie di coalizione (designato da Sel) il candidato del Pd Antonello Cabras, stavolta è stato scelto senza che fosse necessario ricorrere ai gazebo. Dopo cinque anni di amministrazione senza particolari problemi con gli alleati di governo, il sì del Pd è arrivato già molto prima della stretta finale, sei mesi fa. Zedda è riuscito a mettere d’accordo anche le due anime di Sel: quella, guidata dal deputato Michele Piras, che ha deciso di aderire al progetto di Sinistra italiana, e quella, capeggiata dal senatore Luciano Uras, molto più tiepida sulla necessità di dare vita a una nuova formazione politica della sinistra.

L’unico problema per Zedda la candidatura a sindaco dell’ex consigliere comunale del Prc Enrico Lobina, che è sceso in campo in polemica con l’amministrazione uscente e si presenta con la lista civica «Cagliari Città Capitale». Lobina, che rimprovera a Zedda di non avere autonomia dal Pd, avrebbe voluto una coalizione di sinistra nettamente alternativa – in termini politici ma anche di programma – rispetto al partito di Renzi. Vista l’impraticabilità di questa strada, corre da solo. Rifondazione appoggia invece Zedda, insieme con il Partito dei comunisti italiani e con un variegato fronte autonomista, che comprende, oltre al Psd’Az, anche il Partito dei sardi e i Rosso Mori.

La posta in gioco per i prossimi cinque anni non è da poco. Cagliari è una delle città metropolitane istituite dal governo Renzi. Arriverà quindi un flusso di denaro molto consistente, a sostegno di progetti di sviluppo soprattutto nel settore delle infrastrutture, a cominciare dal porto, da sempre snodo chiave dell’economia cagliaritana. I signori del mattone sono in trepida attesa e sostengono il candidato della destra, Piergiorgio Massidda.

Quattordici le liste, per lo più civiche, appoggiano il veterano della politica sarda e nazionale, ex parlamentare di Forza Italia e del Pdl. Per il centrodestra arrivare alla candidatura di Massidda non è stato semplice. Anche a Cagliari il fronte conservatore è diviso. Alla fine, per uscire dall’impasse, Massidda s’è mosso per conto proprio e ha messo insieme una sua lista, senza simboli di partito. Di fronte al fatto compiuto, il centrodestra ha preso atto che in fondo l’usato sicuro era la scelta meno rischiosa e ha deciso di appoggiare Massidda.

C’è, infine, l’incognita M5S. Nel 2011 fu un flop, con l’attuale deputata Emanuela Corda che non raggiunse lo sbarramento del 3% e restò fuori del consiglio. Oggi, sulla spinta del successo alle politiche del 2013, quando il Movimento 5 stelle è risultato il primo partito in Sardegna, i grillini ci ritentano con un’altra donna, Maria Antonietta Martinez, imprenditrice, e puntano almeno al ballottaggio. In campagna elettorale Martinez ha pungolato i partiti tradizionali sulla questione morale e ha coniato uno slogan, «Adesso tocca a te», simile a quello con cui Zedda vinse nel 2011, «Ora tocca a noi».

Ma oggi non si vota solo a Cagliari. Quasi un terzo dei sardi, circa 500 mila elettori, sono chiamati alle urne per scegliere i sindaci in 99 amministrazioni locali. Il test più importante è quello di Olbia, dove al candidato del centrosinistra Carlo Careddu, avvocato quarantenne, si contrappone l’ex sindaco berlusconiano Settimo Nizzi. Qui in gioco sono gli enormi interessi immobiliari su una costa che è il paradiso del turismo vip internazionale.

E si vota anche a Carbonia, nel Sulcis industriale colpito pesantemente dalla crisi.

In Sardegna fare il sindaco non è facile: l’altro ieri notte al primo cittadino di Fonni che si ricandida hanno bruciato l’auto. Intimidazioni e attentati condizionano l’azione di molti amministratori, tanto che, pochi giorni fa, il Viminale ha istituito un osservatorio nazionale partendo proprio dalla gravità degli episodi che ultimamente nell’isola si susseguono con drammatica frequenza.