Tra Porto Empedocle e Pozzallo ci sono solo 171 chilometri, ma le reazioni dei sindaci dei due comuni siciliani all’attracco delle imbarcazioni umanitarie di Sea-Watch e Mediterranea hanno mostrato una distanza siderale. «Le navi delle Ong stanno facendo i taxi del Mediterraneo», ha dichiarato ieri Ida Carmina, prima cittadina grillina del comune in provincia di Agrigento dove era arrivata Sea-Watch. La dichiarazione richiama un’infelice uscita dell’ex capo politico del M5s Luigi Di Maio, attuale ministro degli Esteri. Il 21 aprile 2017 Di Maio scrisse su Facebook: «Chi paga questi taxi del Mediterraneo?». L’esponente politico ritrattò nel gennaio dell’anno seguente, dicendo all’agenzia tedesca Dpa di non aver mai utilizzato quella definizione. La storia delle Ong come «taxi» o fattore di attrazione per i migranti è stata smontata nelle aule di tribunale, da ricerche indipendenti ed è contraddetta anche dai dati del ministero dell’Interno. Dal primo gennaio 2020 a ieri si registrano 6.184 arrivi. 1.654, uno su quattro, risalgono a maggio, quando tutte le navi umanitarie erano in porto.

I 211 naufraghi salvati dalla Sea-Watch 3 sono stati trasbordati domenica notte sulla «nave quarantena» Moby Zazà, mentre all’equipaggio è stata data indicazione, ancora non ufficiale, di rimanere in isolamento a largo di Porto Empedocle. Due decisioni che hanno creato polemica. «Purtroppo continua questa prassi illegittima e disumana di far trascorrere a persone vulnerabili la quarantena sulla Moby Zazà nonostante la tragedia del mese scorso», dichiara Riccardo Magi (+Europa). Il riferimento è al suicidio di un 28enne tunisino lanciatosi dall’imbarcazione a metà maggio. Poche ore prima l’onorevole aveva presentato un’interpellanza ai ministeri dell’Interno e dei Trasporti chiedendo perché i naufraghi non svolgono la quarantena a terra (con minori costi per lo Stato e maggiore sicurezza per le persone). Il governo non ha ancora risposto.

Arbitraria appare anche l’indicazione indirizzata all’equipaggio di Sea-Watch, che rischia di rimanere bloccato in porto nonostante abbia adottato un rigido protocollo anti-contagio in tutte le fasi della missione. Lo staff ha osservato una quarantena preventiva, si è sottoposto a tampone prima della partenza e ha indossato le tute di biocontenimento dal momento del primo intervento di soccorso. Le rigide procedure mediche hanno permesso di individuare un migrante con la febbre che è stato subito isolato. Sottoposto a tampone è risultato negativo.

Tutt’altre vicende ha vissuto Mediterranea, accolta a Pozzallo dal sindaco Roberto Ammatuna (Pd) e da alcune autorità religiose. L’equipaggio non è stato messo in quarantena, ma invitato nella sala consiliare dal primo cittadino. I 67 naufraghi sono sbarcati e trascorreranno a terra i 14 giorni di isolamento. «Durante la missione abbiamo incrociato un cadavere – ha dichiarato Luca Casarini, di Mediterranea – Siamo pronti a inviare foto e video a chi parla ancora di “taxi del mare”. Bisogna vedere con i propri occhi cosa accade senza navi umanitarie».

Sempre ieri la Ocean Viking di Sos Mediterranée ha mollato gli ormeggi dal porto di Marsiglia, per la prima volta senza la partecipazione di Medici Senza Frontiere. «La situazione nel Mediterraneo centrale è ormai fuori controllo: c’è urgenza di tornare in mare», si legge nel comunicato che annuncia la partenza.