Ieri pomeriggio la Sea-Watch 3 ha comunicato che le scorte di latte in polvere e pannolini stavano terminando. A bordo ci sono 440 persone, tra cui 42 under 12 con i genitori e 167 minori non accompagnati. Il 24 dicembre è stato chiesto il porto per la prima volta, ieri per la settima. Invece dell’indicazione del luogo dove sbarcare, però, le autorità italiane hanno inviato un rifornimento di latte in polvere e pannolini. 

«Ci sono neonati che soffrono per l’esposizione alle intemperie. Giovani madri con ustioni da carburante. Uomini che hanno preso la tosse sulle barche instabili su cui viaggiavano», dice il medico di bordo Martin McTigue. La nave è entrata nelle acque territoriali italiane nelle prime ore di lunedì scorso. Da due giorni naviga su e giù davanti alle coste della Sicilia orientale. 

Il tracciato della Sea-Watch 3 dal pomeriggio del 27 alla sera del 29 dicembre

Intorno alle 17.30 di martedì, invece, la Geo Barents di Medici senza frontiere è entrata nel porto di Augusta con 558 migranti. Ieri mattina non era sbarcato ancora nessuno e i tamponi erano stati fatti soltanto ai minori. Nel corso della giornata anche gli altri naufraghi sono stati sottoposti al test per il Covid-19: come in tutti gli ultimi grandi sbarchi da navi Ong non si sono registrati positivi. 254 persone hanno trascorso l’ennesima notte a bordo. Dovrebbero scendere oggi. Le procedure di sbarco si svolgono con grande rapidità a Pozzallo o Palermo, mentre ad Augusta subiscono continui problemi e ritardi.

Sempre ieri, nell’udienza del mercoledì successiva al Natale, papa Bergoglio ha ricordato il dramma delle persone costrette a fuggire dalla propria terra. «La famiglia di Nazaret ha subito tale umiliazione e sperimentato in prima persona la precarietà, la paura, il dolore di dover lasciare la propria terra. Ancora oggi – ha detto il pontefice – tanti nostri fratelli e sorelle sono costretti a vivere la medesima ingiustizia e sofferenza».