«Ti preghiamo di metterti in regola con i pagamenti entro il 2 settembre in vista di eventuali elezioni e dei relativi controlli da farsi per le candidature». Sono molti i parlamentari del Movimento 5 Stelle che ieri si sono visti recapitare questa mail dall’associazione Rousseau. Non perché Casaleggio si stia convincendo che si andrà a votare, spera anzi di evitarlo e si capirà la ragione, ma perché tra i grillini c’è un serio problema di morosità.

Dal sito tirendiconto.it risulta che sono più del 50% (169 su 322) i deputati e senatori che sono in ritardo con le rendicontazioni, in molti casi senza averne mai presentata formalmente alcuna in tutto il 2019. Le regole accettate da tutti i grillini prevedono che dagli undici-dodicimila euro che ogni parlamentare riceve mensilmente (tra indennità vera e propria, diaria e rimborsi forfettari) ciascun eletto possa trattenere per sé 6.250 euro (tremila per rimborsi forfettari e il resto come indennità personale). Più lo stipendio del portavoce e più tutte le spese documentate. L’importante è che ogni mese si restituiscano almeno duemila euro.

La restituzione, dopo lo scandalo dei versamenti disposti e poi ritrattati che ha coinvolto alcuni parlamentari in carica, deve essere fatta su un conto corrente la cui gestione fa capo direttamente a Di Maio e ai capigruppo di senato e camera. Ma è l’associazione Rousseau che si incarica di fare «controlli di coerenza a campione sulle rendicontazioni e sulle restituzioni». E che a insindacabile giudizio del suo presidente Davide Casaleggio e dei suoi tre soci (Bugani, Dettori e Sabatini) può escludere dalle candidature chi non risulta in regola. Da qui la mail di ieri, in vista delle elezioni.

Per questa attività e per la gestione di tutta la comunicazione del Movimento 5 Stelle, ogni deputato e ogni senatore del gruppo 5 Stelle versa 300 euro al mese all’associazione Rousseau. Che incassa così in totale quasi un milione e duecentomila euro l’anno di fondi pubblici. Grazie a questi contributi, l’associazione – che è stata recentemente sanzionata dal Garante della privacy per violazione delle regole a protezione dei dati personali – ha chiuso il bilancio 2018 (anno nel quale ci sono stati solo nove mesi di legislatura con le nuove regole) in utile. Invece il bilancio del 2017, che è stato il primo bilancio di un anno completo di gestione si era chiuso in disavanzo. Ma allora non era ancora previsto il versamento obbligatorio dei 300 euro a parlamentare.

In caso di interruzione della legislatura ed elezioni anticipate, l’associazione dovrebbe fare fronte a una forte contrazione di questi contributi. I sondaggi in calo per il Movimento fanno facilmente prevedere un pesante ridimensionamento dei gruppi parlamentari grillini. Se si prendono come riferimento i risultati delle elezioni europee di giugno, quando il M5S ha raccolto il 17% dei voti, percentuale in linea con gli ultimi sondaggi, si può stimare un dimezzamento delle delegazioni grilline di camera e senato. Con 110 deputati e 60 senatori in meno, i versamenti all’associazione Rousseau diminuirebbero di oltre 50mila euro l’anno. Per i tre anni e mezzo di legislatura che mancano alla scadenza naturale, si può stimare allora una perdita di circa due milioni e duecentomila euro. Lo scioglimento delle camere è un pessimo affare per Casaleggio.