La barbara uccisione di Adil Belakhdim di fronte ai cancelli della Lidl, se da una parte porta in primo piano conflitti e contraddizioni che attraversano il settore della logistica, anticipando forse le dinamiche che le relazioni sindacali assumeranno nel post pandemia e nell’Italia del Pnrr (si veda l’articolo di Marco Revelli sul manifesto del 19 giugno), dall’altra accende i riflettori sul ruolo sempre più importante che l’intelligenza artificiale assume nell’organizzazione del lavoro. E nei processi di sviluppo che il capitalismo delle piattaforme imprime a ogni settore economico.

SONO DEGLI ALGORITMI, infatti, che stabiliscono turni e orari nella logistica scardinando i contratti collettivi come gli accordi separati in un modo che, per ammissione dello stesso ministro Orlando, «nessuno è in grado di guardare e che diventa il vero contratto da rispettare».
Una sfida completamente inedita e determinate si pone di fronte ai lavoratori e ai sindacati poiché comprendere ed entrare in quella «scatola nera» è fondamentale: l’opacità, l’impersonalità e la complessità della digitalizzazione creano, oggi, in partenza, una sproporzione enorme tra capitale e lavoro. Soprattutto per quanto riguarda il lavoro operaio e manuale lì dove, troppo spesso, l’analisi dell’intreccio tra intelligenza artificiale e mondo del lavoro li ha esclusi non considerandoli, a torto, parte fondamentale della rivoluzione economica in corso ormai da molti anni. Con tutto ciò intende cominciare a misurarsi, sul piano propriamente sindacale, il volume IA. Lavorare con l’intelligenza artificiale. Una cassetta degli attrezzi 4.0 curato da Cinzia Maiolini e Alessio De Luca, con introduzione di Maurizio Landini, uscito recentemente per Ediesse (pp. 160, euro 15).

Il volume, promosso dalla Cgil, si pone sulla scia di un approfondimento rigoroso e allo stesso tempo divulgativo e accessibile a tutti (in primo luogo a lavoratori e sindacalisti) che, dal 2017, anche sulla scorta di quanto sta facendo al livello internazionale l’Ilo, il sindacato ha intrapreso di fronte alla digitalizzazione dell’organizzazione del lavoro.

TREDICI sono gli agili capitoli che lo compongono, secondo una struttura che intende, dapprima, spiegare cosa è l’intelligenza artificiale e dove si applica in rapporto al lavoro, per poi presentare i principali documenti elaborati in proposito dalle istituzioni sovranazionali (Unione europea, Nazioni Unite, Ocse, Ilo) e il posizionamento del movimento sindacale internazionale, concludendo con l’esame di alcuni aspetti chiave per la contrattazione, come gli effetti sui diritti dei lavoratori, la privacy e la cyber-security, le competenze digitali.
«Contrattazione» è il termine chiave di tutta l’opera poiché, nell’ottica condivisibile di scardinare le asimmetrie – di conoscenza\informazione e dunque di potere – oggi esistenti tra direzione e lavoratori, è attraverso di essa che è possibile non solo cercare di rimettere al centro il controllo umano; ma anche contribuire a costruire, a partire dai luoghi di lavoro, dal conflitto e dalla ripresa dell’analisi come dell’inchiesta sociale, una diversa e più equa digitalizzazione del lavoro.