Un’improbabile fascetta potrebbe essere: un libro da ascoltare e una playlist da leggere. Perché accompagna il lettore su quei brani centrati sul «discorso amoroso italiano in forma di canzone», di cui l’autrice traccia degli agili resoconti. Il testo è un’appassionata indagine sulle canzoni d’amore, ma senza la pretesa di offrirne un significato univoco, in favore delle suggestioni degli arrangiamenti e dei testi, dove la funzione linguistica principale è quella poetica. Ottanta brani fra Battisti, Tenco, Ciampi, ma anche Thegiornalisti, giusto per citarne qualcuno. Tuttavia Romantic Italia non è un catalogo, è piuttosto un’armoniosa retrospettiva di storie capaci di far affiorare una delle strutture portanti della musica italiana. Emblematica è l’accoglienza riservata a Rimmel, bocciata per l’ermetismo, dove s’intravede la crisi dello storicismo. O il racconto sentimentale del formalismo borghese, scosso da Pensiero stupendo. Malgrado i cicli di parricidio generazionale, ogni forma d’arte possiede granelli di passato sedimentato, E e il libro permette di assaporare un’avanguardia che sfugge al presente, ma che inesorabilmente è l’embrione della prossima love song italiana.