Forse vincerà anche questa volta Marco Pannella con la sua proposta di nuovi vertici di Radicali Italiani lanciata nottetempo dalle onde della radio fuori da qualsiasi liturgia di partito o per dirla con altro sentimento fuori o sopra qualsiasi idea anche laica di democrazia interna. O forse oggi, col carisma che neanche gli amorevoli oppositori negano, riuscirà a ricomporre le fratture che lui stesso ha seminato e coltivato nella galassia di cui resta sole e nucleo intorno a cui tutto si muove.
Comunque andrà, lo sapremo domenica, il congresso che si svolge in queste ore a Chianciano – in diretta radio e davanti a centottanta iscritti tutti con diritto di voto – segna un cambio di fase nel mondo radicale. Pannella, in dissenso con la sua creatura italiana, prima ha annunciato di snobbare le assise, poi invece ha raddoppiato proponendo alla segreteria la donna che gli è più vicina, Rita Bernardini, e altri alla tesoreria (Rita Casu o Irene Testa) e alla presidenza (Angiolo Bandinelli o l’avvocato Rossodivita).
Ieri il congresso è entrato nel vivo con le relazioni degli uscenti. Il tam tam proveniente dal cerchio magico del leader attribuisce all’area del segretario Mario Staderini e del tesoriere Michele De Lucia errori indigeribili: la preferenza per l’interlocuzione con il Pd, l’ostilità a Berlusconi e al carrozzone Pdl; soprattutto la mancanza di entusiasmo per le battaglie del leader sull’amnistia.
Sospetti che vengono da lontano: dal gelo con cui questa metà del cielo pannelliano accolse l’idea di fare, alle regionali, l’accordo con Storace, che poi non fu o forse mai fu davvero immaginato ed era solo una guasconata elettorale. E dalla più recente scelta di concentrarsi sui referendum sociali rei di essere allineati ’a sinistra’ (così allineati che le sinistre se ne sono tenute alla larga) e meno su quelli sulla giustizia per i quali Berlusconi vergò una chiassosa firma per dimenticarsene un minuto dopo.
In mezzo tante storie, fra cui l’elezione di un radicale nella lista di Marino a Roma (il giovane attivista Riccardo Magi) contro l’idea pannelliana di liste autonome e perdenti. Nessun allineamento a sinistra, ha giurato ieri Staderini nell’ultima relazione da segretario, solo l’idea «di un’arma collettiva per far scattare una riaggregazione popolare». Il vero scontro, dice, «è sulla forma del movimento» in crisi di vocazioni e iscritti: fra chi pensa che a casa radicale tutto si debba muovere intorno a Pannella e chi invece tenta anche battaglie non partorite dalla pur sterminata a inventiva politica del leader indiscusso, almeno fin qui. «Le storie si fanno, non si ereditano», ha aggiunto De Lucia. Stavolta potrebbero contare davvero anche i voti dei duecento non-delegati di Chianciano. E la parola di Emma Bonino, la ministra tante volte allineata con l’amico Marco almeno quante in disaccordo. Vicina a lui, ma di più lontana e forse per questo la più autorevole fuori dalla Torre radicale.