La situazione è delle più classiche: il ricevimento nuziale. Location fiabesca, invitati borghesissimi, camerieri in abiti del 700. Eric Toledano e Olivier Nakache, la coppia superincasso d’oltralpe (Quasi amici) spostano il centro narrativo: non i festeggiati o gli sposi – pure se lo sposo c’è ed è parecchio antipatico – ma l’impresa di wedding planner che organizza l’evento, un gruppo eterogeneo, e non proprio impeccabile nonostante il capo, Max (Jean-Pierre Bacri) sia considerato il migliore nel campo.

È dal loro punto di vista che seguiamo lo svolgersi della giornata, preparativi e evento, tra una canzone rimaneggiata di Ramazzoti e un brano di Mayol; soprattutto da quello del capo che cerca di tenere a bada incompetenza, menzogne, distrazioni, goffaggini dei lavoranti. Un contrappunto da risata garantita.

Cast di lusso (Gilles Lellouche, Kevin Azaïs, Vincent Macaigne …) e dieci nomination ai Cèsar, il film si ferma alla superfice della «festa» (Le sens de la fete è il titolo originale) senza riuscire nella coralità a tirare fuori momenti di rottura, piccole crepe che aprano altri significati. Tutto è lì nella confezione di una commedia che riposa sui tic dei personaggi e sulle gag prevedibili. Funzionano? Certo e senza il minimo disturbo.