Uno scherzo infinito. Questo sono i meme di internet: immagini prese, modificate e diffuse sui social network che improvvisamente acquistano fama, diventano virali, spuntano da tutte le parti. Il terrorista suprematista neozelandese Brenton Tarrant nasce così, nei forum in cui i meme prendono forma. Piattaforme come 4chan e 8chan, spazi in cui si è liberi di mettere letteralmente qualsiasi cosa, dal gore alla politica, dalla pornografia alla violenza gratuita, senza filtri né censura, tanto che il secondo è nato da una scissione del primo quando gli amministratori avevano cominciato a imporre qualche regola minima. Alessandro Lolli studia questi fenomeni da anni e nel 2017 ha pubblicato per i tipi di Effequ il saggio La guerra dei meme, in cui questi siti e i loro prodotti vengono analizzati e storicizzati in maniera molto approfondita.

Lolli, come mai i meme sono così pervasivi?

Perché sono uno strumento di espressione potente, intuitivo e malleabile. Un meme lo puoi adattare a qualsiasi tipo di target e pubblico. Parliamo di un qualcosa figlio dell’internet 2.0, orizzontale, in cui ognuno può prendere contenuti e modificarli.

Perché spazi come 4chan e 8chan sono diventati quasi dei laboratori di pensiero per la cosiddetta destra alternativa?

Bisogna dire che 4chan nacque intorno alla metà degli anni zero e si è sempre distinto per il suo estremismo totale e per la possibilità di dire tutto. Ricordiamoci che, tra le altre cose, su 4chan è nato Anonymous, che è una creatura sostanzialmente di sinistra e libertaria. A un certo punto questo discorso libero, violento e scorretto ha trovato un nemico, cioè il politicamente corretto. Insomma, gli utenti hanno trovato un bersaglio in chi lo voleva zittire: le femministe, i gruppi lgbtq, i non bianchi… È così che su 4chan c’è stata una presa di coscienza della propria posizione politica.

Quanto c’entra questa cultura nella dinamica dell’attentato di Christchurch?

Molto. Tarrant è almeno il quinto attentatore degli ultimi anni che è sostanzialmente nato nell’internet culture. Quello che ha fatto è l’aver portato il discorso a un livello tale che adesso è impossibile ignorarlo. Cioè, lui si è presentato davanti al giudice e ha fatto il segno dell’ok, che l’alt right vorrebbe far diventare simbolo del suprematismo bianco: ha portato un meme in tribunale. Ha fatto una strage orrenda usando sempre il linguaggio della cultura di internet. Non che altri non l’avessero già fatto in precedenza, ma senza dubbio Terrant ha fatto un salto di quantità più che di qualità.

Ma c’è una speranza di una risposta da sinistra ai meme e all’influenza della destra alternativa in questi forum?

Credo che la questione del politicamente corretto, tradizionalmente associata alla sinistra, sia mal posta. La sinistra può essere scorretta con i meme, ci mancherebbe, il punto è l’oggetto sul quale si scherza. A destra hanno deciso che la massima libertà di scherzare, e di insultare, abbia come bersaglio per lo più i neri e le donne. La sinistra potrebbe farlo, ad esempio, sui padroni.