Forse Matteo Renzi non ha trascorso una notte serena. Stando agli exit-poll, alle prime proiezioni, il Pd non esce benissimo da questo primo turno elettorale. Anzi, ne esce proprio male.

A Napoli, la vincitrice delle primarie contro Bassolino, Valente, non passa neanche al ballottaggio.

A Roma, Giachetti balla tra il secondo e il terzo posto, mentre a Bologna il piddino Merola è primo ma con una percentuale di voti di partito che rappresenta una netta sconfitta.

Forse sarà proprio il dato definitivo sui voti al Pd uno degli aspetti più importanti di questa tornata, che conferma alcune previsioni: un centrodestra non più protagonista, e una forte, crescente presenza dei 5 Stelle, con un risultato nelle dimensioni quasi imprevedibile nella Capitale, dove Raggi va ben oltre le aspettative.

E anche a Torino Appendino ottiene un consenso considerevole e in una misura inaspettata. Se Atene (il Pd) piange, Sparta (5Stelle) ride.

C’è poi l’astensione che in alcune città registra numeri preoccupanti, con un elettore su due rimasto a casa.

E c’è la sinistra, che non è al disastro, ma ottiene molti meno voti di quel che si aspettava.

Vedremo i numeri definitivi.

Ma è già evidente il ridimensionamento delle forze politiche tradizionali, a vantaggio di un soggetto politico che fa della protesta la sua arma più forte.

Sarà pure un voto parziale quello di ieri, ma contiene elementi che potrebbero avere effetti profondi in parecchie aree politiche. E in primo luogo quella del partito che governa il paese.