Ci vuole così poco a tornare indietro di venti, cinquanta o cent’anni. Bastano un giorno e una notte di piogge violente e, paff, ti svegli in pieno blackout senza più ciò che dai per scontato. Niente elettricità, niente linea telefonica che ormai viaggia attraverso la fibra, niente connessione internet significa che di lì a poco i termosifoni si raffreddano, non hai più l’acqua calda, puoi usare l’email e internet finché il cellulare ha la batteria carica, ma dal momento in cui non potrai più ricaricarla anche quella possibilità sparirà. Puoi rimanere aggiornato su ciò che accade nel mondo solo se hai una radio che va a pile perché, è ovvio, nemmeno la televisione marcia più.

È QUELLO che è successo ieri mattina a un bel po’ di italiani. I più sfortunati si sono trovati bloccati su treni, metropolitane e nel traffico. I meno fortunati hanno dovuto andarsene in fretta e furia da case allagate. A me è mancata solo la connessione internet per qualche ora ed è il male minore. Non è la prima volta che accade, ma ogni volta che un evento così si presenta si rinnova la consapevolezza di quanto è fragile il modo in cui viviamo. Ci si accorge anche che basta un soffio per ritrovarsi non dico all’età della pietra, ma senza tutte quelle comodità cui siamo abituati. Insomma, se manca l’elettricità è infinita la lista di ciò che non si può fare più.
Cucinare? È possibile se hai una cucina a gas e dei fiammiferi, ma ovvio non puoi usare il forno. Non vorrei essere nei panni di quelli che hanno solo le piastre elettriche o a induzione perché non gli resta che la dieta crudista oppure uscire alla ricerca di cibo caldo. Lavarsi? Se sei uno che è abituato alle docce fredde non hai problemi, sennò o ti lavi a pezzi nel lavandino facendo brrr oppure torni alla pratica antica di quando si faceva il bagno in una tinozza in cucina con l’acqua scaldata sulla stufa a legna.

IL PROBLEMA è che quasi nessuno ha più né la stufa e nemmeno la legna e quindi o ci si lava di meno o ci si abitua ad affrontare il getto gelato. Stesso discorso per la lavastoviglie che può essere sostituita dal lavaggio a mano che è meno comodo, ma non una tragedia. Seri problemi invece li creerebbe l’assenza della lavatrice che è uno di quegli oggetti che più hanno aiutato le donne a liberarsi dalla schiavitù del bucato, e chi ha visto le proprie madri chine su tinozze a fregare e sciacquare ne sa qualcosa. Ovvio che, in questo caso, anche i maschi dovrebbero fare la loro parte. Caffè con le cialde? Basta, si torna alla fantastica moka. Aspirapolvere? Inservibile il che significherebbe, con molto dolore, tornare alla scopa. Lettura dei giornali su internet? Impossibile, bisognerebbe ridarsi alle edicole. Uso dei mezzi pubblici? Niente più tram, né metropolitana, né treni, né aerei che senza una torre di controllo che li diriga non vanno. Basta con le applicazioni sui cellulari e basta anche con i cellulari perché dove li ricarichi? Per scrivere bisognerebbe tornare alle gloriose macchine a tasti, per mandare i messaggi ci sarebbe da rispolverare lettere e cartoline, per muoversi bisognerebbe dotarsi di bicicletta, usare i piedi e purtroppo abbandonare il sogno dell’auto elettrica tornando nel dominio delle fonti di energia fossile, a meno che non si vogliano ripristinare le carrozze a cavalli.
Stavo per andare a cercare un bar con una connessione wifi per inviare questa rubrica quando mi è arrivato un sms che diceva che il disservizio tecnico sulla linea internet era stato risolto. Per oggi siamo salvi. Ma il futuro è domani e la terra è una sola e noi siamo appesi a un filo elettrico. Se quello salta si salveranno solo quelli che sanno, e possono, ancora andare a piedi.

mariangela.mianiti@gmail.com