Scuole medie e superiori aperte anche il pomeriggio, il sabato, nei giorni di vacanza, a luglio come a settembre e, magari, anche di domenica. La proposta è stata rilanciata dal ministro dell’Istruzione Stefania Giannini e viene considerata un contributo alla lotta contro la dispersione scolastica nei quartieri periferici. Per il progetto sono stati stanziati 15 milioni di euro e coinvolgerà circa 700 istituti. Il decreto firmato il 27 aprile prevede aperture straordinarie delle scuole e iniziative dal primo luglio: sport, musica, teatro, laboratori artistici. Saranno circa 700 le istituzioni coinvolte, ognuna avrà un budget di 15 mila euro.

A settembre, attraverso finanziamenti del Pon Scuola, saranno coinvolte altre 5 mila scuole di tutto il Paese. I fondi saranno utilizzati per pagare le attività, i materiali e il personale. A Napoli, dello stanziamento complessivo andranno 4 milioni e 100mila euro, distribuiti tra 275 istituti. A Roma saranno almeno 136 le scuole coinvolte (più di due milioni), a Milano circa 172 (due milioni e 600mila euro), a Palermo 82. Alla domanda sui compensi previsti per i docenti coinvolti nelle attività estive, Giannini ha precisato che «non sono obbligati, chi vorrà parteciperà», ricevendo «un compenso, ma non molto alto».

L’obiettivo di «La scuola al centro», questo il nome del progetto, è di diminuire le settimane di vacanza degli studenti e tagliare quelle di ferie dei docenti. Una vecchia ossessione dei riformatori neoliberisti dell’istruzione scolastica accompagnata di solito dall’idea di mettere al lavoro gli adolescenti con stage e tirocini in azienda nel periodo estivo. A suo modo celebri sono le frasi del ministro Poletti che, il 23 marzo 2015, disse: «Troppi tre mesi di vacanze scolastiche. Magari un mese potrebbe essere passato a fare formazione». «I miei figli sono andati al magazzino generale a spostare le casse della frutta».

Dopo 15 mesi il governo si è limitato a un progetto molto più modesto a cui mancano le risorse, come ha fatto notare Marcello Pacifico del sindacato Anief: «La verità è solo una tenere aperte le scuole significa investire, quelli del governo sono annunci spot». I fondi per il miglioramento dell’offerta formativa (Mof) sono fermi all’anno scorso: 690 milioni. Nel frattempo sono stati assunti 56 mila docenti che dovranno lavorare con risorse ridotte.

Quelli italiani sono idocenti meno pagati dei paesi Ocse. Peggio stanno solo i colleghi estoni e slovacchi. In Italia gli stipendi oscillano dai 27 mila ai 40,7 mila euro, ben al di sotto della media Ocse (dai 29 ai 52,3 mila euro). In Germania, un docente guadagna da 52 mila a circa 69 mila euro all’anno. Il contratto è bloccato dal 2009. In queste condizioni i docenti baby sitter a costo zero e volontari dovranno gestire un grande parcheggio estivo. Sempre che i ragazzi scelgano di passare il tempo delle loro vacanze nelle scuole deserte.