La Francia resta ancora nella «fase due», anche se la «fase tre» è ormai considerata «inevitabile»: ieri i morti sono saliti a 16 (+7 rispetto alla vigilia), 716 infetti (613 il giorno precedente), tutte le regioni metropolitane sono colpite e anche tre regioni (Guyana, Martinica, Guadalupa). Il Coronavirus è arrivato all’Assemblea nazionale, con due deputati infettati (più un impiegato), mentre in due focolai, Oise e Haut Rhin (Alsazia, dove in un giorno le infezioni si sono moltiplicate per 8) da domani scuole e asili nido saranno chiusi per almeno due settimane e le riunioni di più di 50 persone in luoghi chiusi (500 a livello nazionale) sono limitate «salvo quelle essenziali alla vita sociale e democratica».

«Quando verrà la fase tre – ha cercato di sdrammatizzare il primo ministro, Edouard Philippe – prenderemo le misure necessarie per rispondere all’epidemia, per prendersi cura dei malati e assicurare la continuità della vita economica e sociale del paese, ivi compresa la vita scolastica, che deve continuare». Le decisioni sulle eventuali sospensioni di trasporti pubblici o di chiusura di scuole verranno prese caso per caso. Ma per la prima volta è stata annullata una partita (Strasburgo-Psg), la maratona di Parigi del 6 aprile è stata spostata al 18 ottobre e non si terrà il Mondiale del tatuaggio del 13-15 marzo (così come il Salone del libro). Per ora le restrizioni per le manifestazioni pubbliche al chiuso sono valide fino a metà aprile (il che significa che il festival di Cannes al momento è salvo) e oggi ci sarà la Parigi-Nizza di ciclismo.

Confermate le elezioni municipali del 15 e 22 marzo. Emmanuel Macron insiste sulla necessità di prendere misure «proporzionate», per invitare a non rinunciare a vivere venerdì sera è andato a teatro con la moglie. Oggi a Parigi ci sarà il grande corteo dell’8 marzo, che si prevede affollato, in seguito all’esplosione delle polemiche dopo il premio dato ai César a Roman Polanski come miglior regista, accolto con manifestazioni fuori della salle Pleyel e dentro dal gesto dell’attrice Adèle Haenel, che si è alzata ed è andata via in segno di protesta e indignazione, seguito da un intervento infiammato su Libération della scrittrice Virginie Despentes e da una profusione di testimonianze su #quittonslasalle o #jesuisvictime.

Oggi si terrà all’Eliseo il terzo Consiglio Difesa da quando è scoppiata l’epidemia di Coronavirus. La relativa prudenza con cui vengono adottate le misure di protezione si spiega soprattutto con il timore di creare una crisi economica. Edouard Philippe teme «uno choc» economico, «una frenata che può essere violenta e durevole» e che già colpisce e colpirà soprattutto turismo, traffico aereo, industria aeronautica. Il ministro dell’economia, Bruno Le Maire, non parla di recessione – l’ultimo Outlook dell’Ocse prevede una crescita dello 0,9% quest’anno per la Francia (meno 0,3 rispetto alle precedenti previsioni) – ma ha già preparato misure per sostenere le imprese.

Domani a Bercy ci sarà una riunione con gli attori del mondo economico. La Francia intende chiedere alla Ue un piano di rilancio del budget, «ma al momento opportuno – ha precisato Le Maire – quando la crisi sanitaria si sarà calmata, per sostenere le ripresa delle imprese».