Nell’attuale testo del maxiemendamento i poteri di chiamata diretta del preside restano immutati. Una norma, incostituzionale, che mette sotto tutela la libertà di insegnamento e apre le porte al clientelismo. Questi improvvisati «manager» voluti dal governo Renzi avranno la libertà di scegliersi i docenti più confacenti alle loro aspirazioni e mire personali. Non è escluso che questa decisione sia il volano per aumentare la distanza tra le scuole e il rafforzamento delle pretese ideologiche di stampo confessionale e fondamentalista nel paese che manifesta contro le unioni civili e una pretestuosa «ideologia del gender». Confermato il modestissimo fondo da 200 milioni per incentivare il «merito» dei docenti. Il fondo sarà gestito sempre dal preside, con l’ausilio di un «comitato di valutazione» composto da quattro (e non da due) docenti.

Ci sarà anche un membro esterno che, nelle intenzioni del governo, dovrebbe garantire un’«indipendenza» al comitato. Contrariamente agli annunci, restano i due genitori e uno studente. Il rischio è quello del conflitto di interesse nella valutazione dell’operato dei singoli docenti. L’elemento più importante, confermato dalla versione del maxiemendamento diffusa ieri, è lo slittamento dell’applicazione della riforma all’anno scolastico che inizia nel 2016. La pretesa urgenza del governo di approvare in fretta e furia, con la fiducia al Senato, il Ddl scuola s’infrange in un comma, il 97, le assunzioni sarebbero effettuate con le procedure ordinarie, mentre le nuove procedure introdotte dal ddl (la chiamata diretta del preside, la valutazione ecc.) verrebbero rinviate all’anno scolastico 2016-7. «Quindi non è vero il mantra di queste settimane che legava le chiamate dei docenti all’approvazione dell’intera legge – commenta sul suo blog il senatore Pd Walter Tocci – Avevamo ragione a chiedere di anticipare l’ingresso in ruolo per assicurare l’ordinato avvio dell’anno scolastico». Una sonora smentita ai ricatti di Renzi: non è possibile applicare la riforma da settembre. Ci vuole almeno un anno per gestire il vero contenuto della riforma . Tanto è vero che molte norme restano da scrivere nelle deleghe in bianco che il Senato sarà costretto ad approvare domani con la fiducia.Il bando per il nuovo concorso nella scuola dovrà essere emanato entro il 1 dicembre di quest’anno.

I docenti saranno assunti dalle Graduatorie ad esaurimento e daGli iscritti nelle Graduatorie di merito del «concorsone» 2012. Le assunzioni avverrano dal primo di settembre 2015, ma saranno la metà e con il vecchio sistema. Gli insegnanti dell’organico per il potenziamento, 48.812 posti, saranno assunti solo giuridicamente e nel corso dell’anno scolastico, prevede Elena Centemero (Forza Italia). Gli assumendi potranno esprimere una preferenza tra 5 o più province a livello nazionale, e non più a livello provinciale. Se confermato questo significa che saranno costretti a cambiare regione per lavorare. Se non ci saranno posti per le province indicate, non ci saranno assunzioni che avverranno seguendo l’elenco delle graduatorie.