Il ritorno a scuola a settembre è tutt’altro che certo. E questo a causa dei ritardi della ministra Lucia Azzolina. A denunciarlo i sindacati che ieri mattina unitariamente hanno aggiornato la situazione a meno di due mesi dalla riapertura delle scuole, chiuse a marzo per la pandemia.

Per Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda Unams mancano spazi e soprattutto personale per riaprire in sicurezza mentre le «Linee guida» finalmente partorite dal governo sono generiche e il tempo per provvedere è pochissimo.

L’OBIETTIVO DEI SINDACATI è nel titolo della conferenza stampa: «La scuola si fa a scuola». Si punta a tornare tutti in classe in sicurezza ma i nodi da sciogliere per garantire il ritorno della didattica in presenza sono molti: risorse economiche, distribuzione degli alunni per classe, organizzazione di orari e didattica, assunzioni dei precari.

«Il sindacato vuole far sì che la scuola riapra: chi dice il contrario, sa di mentire», esordisce il segretario generale della Flc Cgil Francesco Sinopoli. «Bisogna approvare provvedimenti straordinari, invece non è stato fatto: servono scelte chiare e indiscutibili – continua Sinopoli – . Senza organico aggiuntivo non si va da nessuna parte: il tempo scuola si ridurrà e anche di tanto, bisogna dirlo alle famiglie. Non è più tollerabile che la Ragioneria generale dello Stato detti le condizioni. Per tornare a scuola in presenza serve un decreto legge, con spazi e organici aggiuntivi. In tutti gli altri Paesi sono state fatte classi più piccole. Noi siamo ancora in tempo, ma bisogna accelerare. A settembre avremo 200 mila supplenze: se ci avessero ascoltato, forse si fa ancora in tempo, si potevano stabilizzare tanti precari e non regge la storia del mancato merito», conclude Sinopoli.

«GLI 80 MILA POSTI DESTINATI alle assunzioni sono una menzogna – attacca Maddalena Gissi, segretaria generale Cisl Scuola – perché non avendo dato seguito alle nostre richieste non potranno essere destinati. Perché si incentiva l’idea che la scuola non s’è data da fare invece di dire che non vi sono le condizioni? Per esempio, ci sono 21 mila posti Ata scoperti e 200 mila cattedre vacanti o in deroga. Abbiamo tanto personale che possiamo assumere, ma non sono state create le condizioni», chiude Gissi.

«La ministra Azzolina non risponde alle nostre domande sulla sicurezza – sottolinea Rino Di Meglio, coordinatore nazionale Gilda – . Si parla di un metro statico, ma io non conosco bambini statici».

«LA SCUOLA CHE RIAPRIRÀ a settembre sarà la stessa di giugno – dichiara Pino Turi, segretario generale Uil Scuola – . Ieri (giovedì, ndr) abbiamo posto in un confronto formale, con pochi minuti per esprimersi, le nostre ragioni. Ma era l’ennesima passerella, non c’è interesse ad ascoltare il sindacato».

La ministra Azzolina replica a stretto giro. «La scuola riaprirà regolarmente il 14 settembre ed escludo nuovi lockdown. Ora sappiamo cosa fare, ma serve la responsabilità di tutti». E ai sindacati risponde: «Dai sindacati mi aspetto collaborazione. Noi per settembre saremo pronti, ma ognuno deve fare la propria parte. Non si può sempre dire no ad ogni tentativo di innovazione, serve coraggio». La scuola in questo ultimo periodo «è stata utilizzata per lucrare consenso – continua Azzolina – . Tutti quelli che criticano oggi sono gli stessi che hanno continuamente tagliato fondi: la destra ha tolto 8 miliardi alla scuola e creato le classi pollaio. Oppure ne parla chi non se n’è mai occupato o l’ha denigrata. Quindi ho deciso di usare tutti i mezzi per dare informazioni direttamente alle famiglie, al personale scolastico, al paese», annuncia Azzolina.

INTANTO IL MINISTERO dell’Istruzione in una comunicazione agli enti locali e alle scuole assicura intanto che la consegna dei banchi monoposto – acquisto annunciato la scorsa settimana dal commissario Domenico Arcuri assieme ai test sierologici su docenti e alunni – avverrà entro il 7 settembre presso ogni singolo plesso scolastico. Il ministero precisa che l’acquisto non va interpretato come rinnovo degli arredi ma come strumento per massimizzare l’utilizzo degli spazi e evitare lo sdoppiamento delle classi.