Centri sociali e interculturali, teatri, presidi sanitari, onlus, associazioni di sostegno ai malati, organizzazioni di volontariato rischiano di essere polverizzate dal tritacarne della repressione burocratica e dell’imperativo a monetizzare i beni comuni a Roma. Giovanna Marini, 80 anni, cantautrice e figura fondamentale della ricerca etnomusicologica italiana, è una delle fondatrici della Scuola Popolare di Musica di Testaccio. In 40 anni di auto-organizzazione, questa scuola è diventata un’istituzione culturale internazionale. Oggi, su impulso della Corte dei Conti, la giunta Raggi la vuole sfrattare e chiede un arretrato di oltre 700 mila euro.

Vuole fare un appello alla sindaca Raggi?
Parli con i giudici della Corte dei conti e garantisca l’appoggio del Comune. Di fronte a una situazione aggrovigliata e estesa, come a Roma che ha molti locali mal pagati e male abitati, non si può fare di tutta l’erba un fascio. La Scuola Popolare di Musica di Testaccio, come molte altre realtà sociali, non sono morose. Noi paghiamo l’affitto e siamo in regola. Non possono accanirsi contro di noi, bisogna fare delle differenze. Davanti a questo mare magnum i giudici hanno azzerato tutto. Ora non si capisce come distingueranno le realtà sociali da quelle commerciali e il valore del nostro lavoro con le persone e i quartieri.

Cosa farete in caso di sgombero?
Ci sgombereranno solo con la forza pubblica. Noi siamo a Testaccio e lì restiamo. Al Mattatoio, regolarmente concesso dall’amministrazione Veltroni, abbiamo fatto lavori di ristrutturazione molto costosi. Dentro alla ex mangiatoia abbiamo creato un auditorium per i concerti. Ci sono i box per i corsi di tromba o percussioni, necessari agli studenti per non fare impazzire i vicini a casa. Tutto questo valore va considerato.

La giunta sostiene che non può fare nulla contro sfratti e sgomberi e che decidono gli uffici e la Corte dei conti. È un modo per allontanare le proprie responsabilità?
È così, stanno allontanando le loro responsabilità politiche. In realtà la responsabilità è della Corte dei conti. Lì è l’intoppo. Per questo devono trovare una soluzione generale.

Secondo una nuova delibera chi oggi è moroso non potrà partecipare al nuovo bando. Cosa ne pensa?
Si stanno inventando un’altra legge. Noi tutti che viviamo nella società sappiamo che gli aumenti vanno chiesti con una raccomandata almeno sei mesi prima. Noi non siamo morosi, abbiamo pagato sempre e osservato tutti gli aumenti. Se trovano che il canone è basso ce lo comunichino secondo le regole.

Siete disposti a pagare un aumento?
Il problema è che in accordo con altre amministrazioni non abbiamo versato un canone commerciale, ma uno sociale. Cosa che ora sembra essere dimenticata. Aspettino la scadenza naturale del contratto e nel caso procedano all’aumento dell’affitto. Non esiste che dopo tutto quello che abbiamo fatto per la città ora ci sgomberano.

Qual è il valore sociale di un luogo come la scuola popolare?
Nel ’75 siamo arrivati in via Galvani quando era un tappeto di siringhe. Allora c’erano solo un paio di roulotte e il teatro spazio zero dove i Natoli facevano un teatro moderno e avanzato. Il Monte dei cocci lo conosceva Pasolini dove girò un paio di tagli della Ricotta. Era un posto molto bello e isolato, in aperta campagna, e tanti cocci delle anfore dei romani. Testaccio era meraviglioso con quelle grotte che entrano nel monte dei cocci. In 40 anni si è trasformato e noi abbiamo insegnato la musica a bambini e adulti in maniera diversa dal Conservatorio, la nostra banda è diventata importante. La scuola ora è un luogo di attrazione anche dall’estero. Tutto questo non può finire. Non finirà.