«Pronti per tornare a scuola» parola del ministro Patrizio Bianchi. Ieri tavolo di confronto al ministero tra i tecnici (incluso un rappresentante del dicastero Salute) e i sindacati: green pass e tamponi i nodi su cui la discussione sta andando avanti. Sulla carta verde obbligatoria per il personale non ci sono margini di trattativa.

IL DL 111 verrà convertito in legge (la discussione parte il 6 settembre), ci potranno essere degli emendamenti ma con il pass si dovrà fare i conti: «Chi ha il green pass va a scuola – ha insistito Bianchi -, gli altri verranno sospesi. Il tampone non è un sostituito del vaccino ma semplicemente un atto di tracciamento». I sindacati hanno chiesto di posticiparne l’applicazione all’inizio delle lezioni (in metà paese si comincia il 13 settembre) ma non c’è stata nessuna apertura, i controlli partiranno da mercoledì. Come?

IL MINISTERO si è impegnato ad attivare una piattaforma (non un’app) per le verifiche così da semplificare le procedure: ci sono istituti con 7, 8, 9 plessi e differenti orari di ingresso. Resta da sciogliere il nodo privacy: il garante ha chiesto che ci sia uno specifico intervento normativo che risolva il problema del trattamento dei dati sensibili, una circolare o un emendamento in sede di conversione del dl, la soluzione deve essere ancora definita. Personale immunizzato: il 20 agosto risultava scoperto il 12,82% degli addetti ma lo stesso Bianchi ha ammesso che la percentuale dei vaccinati è salita oltre il 90%, per gli altri dovrebbe essere ripristinata la corsia preferenziale negli hub regionali.

TAMPONI. Il protocollo sicurezza prevede che siano a carico delle scuole per il personale, la nota del ministero riserva la gratuità ai fragili. Questo non risolve le tante situazioni differenti che vanno regolamentate, come gli addetti che hanno avuto problemi burocratici o subito gli errori della piattaforma. Poi ci sono i fragili vaccinati per primi e che, senza l’estensione del pass da 9 a 12 mesi (modifica che dovrebbe rientrare nella legge di conversione), rischiano di rimanere fuori prima che venga decisa la terza dose. E gli esentati dal vaccino per motivi di salute, per cui si sta studiano un Qr code specifico (per ora dovrebbero avere i test gratis). Tamponi salivari. Il ministero della Salute, su indicazione del Cts, insiste per non considerali una misura diagnostica ma solo un mezzo per gli screening: «Ci sono gli strumenti per permettere ai presidi di gestire specifici cluster – il commento di Bianchi -. L’idea che tutta la regione vada in zona rossa non c’è più». Mascherine, su questo fronte una buona notizia per i presidi: i costi dei gel disinfettanti e delle chirurgiche saranno a carico del commissario straordinario, incluse le trasparenti.

LA UIL torna all’attacco: «L’esclusione dall’obbligo di pass degli Istituti tecnici e della formazione professionale, degli operatori delle mense, assistenti all’autonomia e di supporto ad alunni con disabilità, che operano a scuola senza esserne dipendenti, è la dimostrazione che il dl è discriminante e senza prospettive. Va modificato». E ancora: «In una nota firmata da Stefano Versari, il ministero prevede la sospensione dello stipendio dal primo giorno di mancata esibizione del pass, mentre il dl dice dal quinto. Una minaccia inutile». La fondazione Gimbe è scettica: «Non convince il Piano scuola, le misure approvate non contengono rilevanti cambiamenti a fronte della variante Delta molto più contagiosa»

TEMA TRASPORTI, ieri c’è stato un confronto tra i ministri Giovannini, Gelmini e le regioni che, entro il 2 settembre, dovranno aggiornare i piani mobilità in base alle nuove linee guida. Il governo ha confermato il trasporto pubblico locale all’80% in zona bianca e gialla. Da parte delle regioni la richiesta di includere anche la zona arancione. La riunione ha affrontato anche il nodo delle misure anti Covid da affidare ai controllori (con i sindacati pronti a dare battaglia) e delle risorse per compensare i mancati ricavi e i maggiori costi (800 milioni), per realizzare servizi aggiuntivi (618 milioni per il 2021). Dai governatori molti dubbi sui nuovi compiti dei controllori: il governo dovrebbe ampliare i loro poteri con un decreto attuativo e dovrebbe chiarire come finanziare l’assunzione di nuovo personale. Gli 800 milioni insufficienti.

IL MONITORAGGIO del ministero della Salute, oggi, sancirà il passaggio in giallo da lunedì della Sicilia. L’isola ha sforato i parametri previsti: l’incidenza ogni 100 mila abitanti è di 186,27 (il limite è 150), i posti letto in area non critica hanno raggiunto il 20% (il limite al 15%), l’11% l’occupazione delle terapie intensive, un punto in più del prescritto. In bilico anche la Sardegna, che nei reparti ordinari è un punto sotto la soglia massima.