Dopo le manifestazioni del fine settimana scorso la protesta degli studenti contro le regole imposte per l’esame di maturità di quest’anno, l’alternanza scuola lavoro e la scuola-azienda sono continuate ieri a Milano con le occupazioni del liceo Cremona-Zappa e del liceo artistico Boccioni. Gli studenti denunciano un «modello di scuola che promuove la competizione tra di noi, coerentemente all’individualismo imperante di questa società». Alcuni docenti del liceo Cremona Zappa sono intervenuti a sostegno del movimento studentesco che, dopo le morti atroci di Lorenzo Parelli e Giuseppe Lenoci in formazione lavoro, protesta senza sosta da ormai un mese. «Vogliamo dire con forza che questo movimento va rispettato e ascoltato nelle sue corde più profonde, evitando atteggiamenti snobistici, esorcizzanti, paternalistici o, peggio, repressivi. E’ una sollecitazione che rivolgiamo alle istituzioni e all’opinione pubblica ma soprattutto al mondo della scuola e ai colleghi docenti». Il movimento studentesco «sta tentando di portare sul terreno della politica e del protagonismo collettivo un disagio profondo e diffuso delle giovani generazioni finora manifestatosi con il silenzio, l’atomizzazione sociale, o, peggio, i disturbi psicologici diffusi e i comportamenti aggressivi nella relazione con l’altro. Le vicende di questo movimento ci dicono anche della necessità di recuperare uno sguardo critico sull’esistente e una capacità di protagonismo politico sui temi di fondo dell’insegnare smarritosi negli ultimi decenni».

Ieri si sono svolte in videoconferenza le audizioni di alcune associazioni studentesche con la commissione cultura della Camera. Oggi il ministro dell’Istruzione Bianchi ha annunciato che incontrerà quelle che hanno organizzato nello scorso fine settimana a Roma gli «Stati generali della scuola», l’Uds, la Rete della conoscenza e Link. «Li sentirò – ha detto – Sono pronto a ragionare su una riforma più grande della scuola. Ho incontrato i giovani delle consulte e sono già partiti i tavoli di lavoro con loro». Resta da capire quale «riforma». Forse collegare i test Invalsi all’accesso all’università? Il vecchio progetto del fanatismo quantofrenico neoliberale, lo stesso che ha portato anche all’obbligo dell’alternanza scuola lavoro, ieri è rimbalzato dal sito de «Il Sole 24 ore». Se così fosse sarebbe un altro messaggio disastroso del governo. Dopo le manganellate agli studenti. «Un’idea completamente sbagliata e da rifiutare» ha fatto sapere ieri la Flc Cgil.

Domenica scorsa, al termine di tre giorni di dibattiti, più di 600 studenti e una ventina tra realtà sociali, sindacali e politiche (da Libera a Legambiente, da Flc Cgil a Sbilanciamoci o Priorità alla Scuola) si sono riuniti al Teatro Italia a Roma (nella foto). Nei tavoli di lavoro organizzati il giorno precedente nella facoltà di psicologia della Sapienza sono stati approfonditi i contenuti del «Cantiere scuola-Manifesto della scuola pubblica» diffuso nell’autunno 2021 dall’Uds. «Vogliamo che l’alternanza scuola-lavoro e gli stage siano aboliti a favore di un’istruzione integrata. Ci chiediamo quanti altri studenti e giovani debbano morire prima che un sistema volto al profitto e allo sfruttamento, cambi, una volta per tutte». Tra le rivendicazioni c’è il «reddito di formazione»: un reddito diretto allo studente per slegarlo dal reddito familiare e uno indiretto (diritto allo studio e Stato sociale). Si chiede l’abolizione di «qualsiasi forma di «valutazione punitiva» come la bocciatura, il debito Formativo, le interrogazioni a tappeto, le prove Invalsi e il Curriculum dello Studente». Cgil, Cisl e Uil hanno iniziato una settimana di mobilitazione per la sicurezza e contro le stragi del lavoro. Venerdì il segretario Cgil Landini incontrerà gli studenti di un istituto tecnico di Napoli.