«Il rientro in dad avrebbe senso se si utilizzasse il tempo precedente al ritorno in presenza per conseguire alcuni risultati: più alunni vaccinati, distribuzione delle ffp2, organizzazione di una campagna di screening. Ma non abbiamo avuto riscontro su nessuno di questi punti»: è il commento ieri del presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli, dopo l’incontro di martedì con il ministro Bianchi. «Credo che il governo voglia tenere le scuole aperte a tutti i costi – prosegue – perché così molti cittadini possono lavorare». I sindacati chiedono chiarezza sui casi tra i banchi ma il ministero non divulga i dati: «C’è l’esigenza che le statistiche vengano pubblicate visto che le scuole inseriscono i dati sui contagi degli alunni. Prima di Natale avevo fatto una stima di 10mila classi, circa 200mlia alunni contagiati».

Le regioni hanno chiesto al governo di far salire il numero di casi che mandano la classe in dad (uno alle materne, 2 alle elementari fino alla prima media, 3 dai 12 anni in poi): «Sarebbe troppo complicato da gestire – la replica di Giannelli -. Le quarantene vengono disposte dalle Asl, bisogna fare in modo che anche le Asl siano in grado di fare tutto quello che devono fare. Il 7 gennaio si torna in presenza (ma molte regioni posticipano al 10 ndr), andrà definita un nuovo protocollo di gestione delle quarantene. Adesso è in vigore quello del 3 novembre ma è farraginoso e le Asl spesso non lo applicano».

Il governo ripete tutti in classe ma bisogna fare i conti con la realtà: «La vaccinazione dei bambini è sotto il 10% – conclude Giannelli -. Il numero è un po’ basso. Tra il personale, su 50mila non vaccinati (10mila dei quali esenti) ne restano 40mila: una parte si sta vaccinando, l’altra resiste (uno zoccolo duro di 10mila, 20mila). Se è cosi, è ipotizzabile che arrivino alle scuole 10, 15mila certificati di malattia di No vax, un decimo in Lombardia».

Maddalena Gissi, Cisl Scuola: «Se ci fossero gazebo della Protezione civile o dell’esercito solo per lo screening negli istituti, forse si potrebbero prevenire quarantene inutili e tracciamenti infiniti. Sono ridicoli i suggerimenti di alcuni governatori che vorrebbero affidare al personale la gestione dei tamponi. L’ipotesi di tenere in classe i bambini anche dopo i primi contagi è di difficile gestione: l’allarme su possibili sintomi o malattie, alimenta le ansie dei genitori». L’Anief con Marcello Pacifico: «Già si contano sicure assenze di docenti e Ata per quarantena. Chi dice che la dad è il male sembra volere tenere la testa nella sabbia».