Un corteo di duemila insegnanti, docenti e studenti ha sfilato ieri da piazza Castello alla sede della Rai in via Verdi a Torino. La protesta ha unito tutte le sigle sindacali: Cgil, Cisl e Uil, Cobas, Cub, Usb, Gilda e Snals. Si replica domani quando la Camera voterà in maniera definita la riforma della scuola targata Pd e la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini sarà a Torino in occasione di un’iniziativa al Politecnico. «In quella giornata – scrivono i promotori della protesta “Respingiamo la Giannini: la scuola è #nellenostremani – porteremo la nostra opposizione al Ddl respingendo la visita della ministra, perché non possiamo più accettare la retorica governativa sul cambiamento mentre ancora una volta è sotto attacco il nostro futuro!». L’appuntamento di una giornata molto calda è al castello del Valentino. «La buona scuola è così buona che rimarranno solo le briciole».

Nel frattempo a Roma, a piazza Montecitorio, è iniziato il presidio indetto dai sindacati, per protestare contro l’approvazione del Ddl. Tra gli altri, in piazza ci sarà anche l’Unione degli studenti che ha lanciato azioni in tutto il Paese: assemblee, occupazioni di scuole, scioperi bianchi, lezioni in piazza. Per loro il Ddl è un’«imposizione dall’alto». Renzi e il suo governo non ascoltano le critiche – copiose e argomentate – che continuano a fioccare su un provvedimento attorno al quale cresce la conflittualità. Quello del governo è «un atteggiamento sfacciatamente antidemocratico – sostiene Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell’Uds – Renzi non ha perso l’occasione di dimostrarci che non è intenzionato a fare passi indietro e a interrompere l’iter parlamentare de “La Buona Scuola” per promuovere un confronto reale con chi in questi mesi si è mobilitato nelle piazze e nelle scuole, avanzando proposte di gran lunga più valide del ddl Renzi».

Al cuore della critica di un «modello di scuola autoritario» c’è la figura del dirigente che è stata approvata ieri dalla Camera. «Deciderà tutto in forma diretta e indiretta, succube dei privati, in cui le diseguaglianze attraverso il 5×1000 e lo school bonus vengono legittimate anzichè abbattute, in cui scuola privata e scuola pubblica vengono messe in concorrenza falsata, salvo poi concedere nuove agevolazioni a favore di quest’ultima» sostengono gli studenti.

A Cagliari oggi gli studenti si uniranno al sit-in unitario dei sindacati sotto l’Ufficio Scolastico Regionale. Insieme terranno un’assemblea aperta a chi si oppone alla «contro-riforma del Governo Renzi». A Bologna docenti, studenti e genitori hanno indetto un doppio appuntamento: alle 15 in piazza Nettuno sarà allestito un banchetto informativo e alle 17 parteciperanno ad un presidio davanti alla Prefettura di piazza Roosevelt.«Con la ‘Buona scuolà sparirebbero i principi costituzionali su cui è fondata la scuola della Repubblica». Avanzata la richiesta di un maggiore organico per le supplenze visto che «la stabilizzazione dei 100 mila precari serviranno a malapena a coprire i posti necessari per il normale funzionamento», ma anche la possibilità di sponsorizzare le scuole secondo il modello anglosassone. Si protesta anche a Piacenza, dalle 16 in via San Giovanni, davanti a Prefettura e all’Ufficio scolastico territoriale, durante il quale verrà allestito uno speakers’ corner. Una delegazione verrà ricevuta dal vicario del prefetto.