Di buon mattino, con i giornali sul tavolo, il presidente del Consiglio Letta ha incontrato i ministri dell’Economia Saccomanni e dell’Istruzione Carrozza. Ieri a Palazzo Chigi è stato deciso di «sospendere» il prelievo forzoso e retroattivo di 150 euro ai danni di 80 mila dipendenti della scuola. Dopo avere constatato l’incapacità dei dicasteri di rimediare ad un atto di pirateria politica e contrattuale, Letta ha imposto il ritiro dell’ormai famigerata nota 157 emanata dal ministero dell’Economia il 27 dicembre 2013. I docenti avrebbero dovuto restituire a rate lo scatto stipendiale maturato nel 2013.

Una decisione inevitabile, così l’ha definita la segretaria Cgil Camusso. La reazione dei media ha spinto il segretario Pd Matteo Renzi ad intervenire. «Altrimenti mi arrabbio» ha detto il sindaco fiorentino, richiamando l’omonimo film del 1974 diretto da Marcello Fondato con Bud Spencer e Terence Hill. Renzi non ha fatto altro che raccogliere la denuncia del Movimento 5 Stelle che, su sollecitazione dei sindacati in rivolta da una settimana, era già intervenuto. M5S ha ribadito questa lettura dei fatti con un’espressione altrettanto colorita: «Ormai siamo su Renzi a parte», citando la quasi omonima trasmissione «Scherzi a parte» su Canale 5. Oggi il governo fa un guaio, mettiamo il «Salva Roma», poi arriva il sindaco che spiega al pubblico che è tutto uno scherzo.

Tra una battuta e l’altra, in un clima surreale, il governo ha cercato di mettere la polvere sotto il tappeto e sembra avere trovato il colpevole. La responsabilità del pasticcio sarebbe di un anonimo funzionario del ministero dell’Istruzione. Per il ministro Carrozza, avrebbe provocato un’«inerzia amministrativa tra Natale e Capodanno». Così facendo avrebbe impedito la comunicazione tra i ministri competenti su una decisione già nota ad entrambi dal 9 dicembre scorso.

Questo mutismo avrebbe così provocato un black-out istituzionale dovuto alla mancata connessione tra un atto politico e un indirizzo amministrativo. Per rimediare alla quale il ministro Carrozza ieri ha prospettato addirittura una «riforma dello Stato, non solo per avere maggiore celerità nelle decisioni, ma anche per sapere chi è il responsabile di queste decisioni». In altre parole: il responsabile ancora non lo si conosce, e forse mai sarà trovato. Il punto è: ma per rispondere ad una circolare c’è proprio bisogno di una riforma costituzionale? Sembra proprio di no, ma la motivazione del ministro è curiosa e per questo merita di essere ricostruita.

L’incontro tra i ministri non dev’essere stato molto tranquillo. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha diffuso a spron battuto un comunicato velenoso, quanto dettagliato. Il dicastero di Saccomanni si è definito «mero esecutore» dei pagamenti delle retribuzioni decise dal ministero dell’Istruzione (Miur), il titolare dei rapporti di lavoro e del blocco degli scatti di anzianità. Un blocco stabilito dal Dl 78 voluto da Tremonti nel 2010 e prorogato fino alla fine del 2014 dalla legge di stabilità voluta proprio da Letta, Saccomanni e Carrozza. Il 9 dicembre il Mef ha comunicato l’intenzione di procedere al recupero delle somme, ma dal Miur nessuno ha risposto. Saccomanni ha proceduto. La responsabilità sarebbe dunque tutta di Carrozza. Quest’ultima non intende «fare polemiche» e ha escluso la dimissioni di Saccomanni: «Non servono a nulla, se viene qualcun altro si trova nella stessa situazione».

E allora vediamo in quale situazione si trova la scuola. Per il sindacato Anief servono 350 milioni di euro per ristabilire gli scatti. Dovrebbero essere prelevati dal fondo per il miglioramento dell’offerta formativa che serve a finanziare l’attività e i progetti a supporto della didattica, in particolare nelle aree a rischio. Questo fondo così importante è stato tagliato di altri 340 milioni l’anno scorso per finanziare gli scatti del personale.

La Flc-Cgil ha calcolato 700 milioni di tagli per il blocco degli scatti 2012-2013, 158 milioni per il mancato pagamento delle ferie ai supplenti, circa 50 milioni per il blocco delle posizioni economiche degli Ata, 16 per quello dei dirigenti scolastici. Un bilancio tombale per il governo che aveva promesso di non fare tagli alla scuola.

I guai provocati dai tagli anche del governo Letta non finiscono qui. La Uil scuola parla di una circolare dove il ministero dell’Istruzione annuncia il prelievo degli scatti erogati dal primo settembre 2011 a 8 mila dipendenti Ata. In alternativa, annuncia il blocco degli stipendi. I sindacati sono allarmati. La scuola sta morendo di austerità.