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Scuola di prevenzione tra lacrime e mazzi di fiori

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L'Aquila I familiari delle vittime con i geologi

Pubblicato più di 10 anni faEdizione del 5 aprile 2014
Ser. Gian.L'AQUILA

Dal 1861 ad oggi in Italia ci sono state 34 catastrofi provocate da terremoti, uno ogni cinque anni. E il Belpaese, friabile e complicato, è sempre più a rischio sciagure di natura sismica.
La causa va ricercata anche nella mancanza di preparazione di una nazione dove si costruisce troppo e male, nella disattenzione, nel non rispetto delle regole e delle leggi, nelle autorizzazioni facili, nella disattenzione, nella dilagante scarsa informazione. «Nei Comuni il sindaco è responsabile della Protezione civile e dovrebbe tenere alta l’attenzione, ma spesso si rende conto della fragilità del proprio territorio a tragedia avvenuta». Questo dicono, a L’Aquila, i geologi del Consiglio nazionale, che, insieme all’Associazione vittime universitarie del sisma 2009 (Avus), si ritrovano nel capoluogo d’Abruzzo a 5 anni dalla devastante scossa delle 3.32 che ha provocato 309 morti e 1.600 feriti, di cui centinaia gravissimi.
Un giro sotto la pioggia, insieme ai genitori di alcuni ragazzi che erano qui per frequentare l’università e che sotto le macerie ci hanno lasciato la vita: tra memoria e prevenzione, tra le lacrime e mazzetti di fiori poggiati ovunque. Una passeggiata nel centro storico, ancora in larga parte «zona rossa», e quindi transennato; una sosta sotto la Casa dello studente con le sue palazzine mal costruite diventate il simbolo della sciagura; riflessioni tra le abitazioni squassate e che, sbriciolandosi, hanno mietuto vittime. «Una camminata all’insegna del ricordo, ma anche del futuro, perché questa iniziativa è rivolta alla prevenzione», spiegano gli organizzatori. «Il patrimonio storico dell’Italia – viene fatto presente – equivale al 62% del costruito. Ciò significa che circa 2 terzi degli edifici esistenti non rispettano le norme antisismiche. L’Italia è vulnerabile, lo sappiamo, ma bisogna tenerlo presente in ogni circostanza. Occorrerebbe fare uno screening dei palazzi pubblici e privati. Bisogna iniziare a fare, dunque, e smettere di parlare».
Per prevenire è necessario educare al rispetto delle caratteristiche e delle peculiarità di un territorio e questo deve cominciare dal coinvolgimento degli studenti e , quindi, dei giovani. Tra le emergenze ci sono le scuole. «Quasi 29mila edifici scolastici svettano in zone ad alto rischio sismico, uno su due è senza certificato di agibilità».

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