La riunione preparatoria le regioni l’hanno avuta ieri pomeriggio e poi, intorno alle 19, la Conferenza unificata con i ministri. La firma alle linee guida sul trasporto degli studenti è stata condizionata dagli enti locali al via libera su tre punti da parte del governo: possibilità di occupare fino all’80% dei posti disponibili su tutti i mezzi (autobus, treni, metro, scuolabus); 200 milioni per l’acquisto di servizi aggiuntivi per coprire il 20% mancante; regole certe e rapide su eventuali affidamenti, facendo anche ricorso a deroghe sui divieti di subappalto previsti nei contratti di servizio. Alla riunione hanno partecipato rappresentanti della Conferenza delle regioni, Anci e Upi, il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia, la ministra Paola De Micheli (Trasporti) e, in collegamento, i ministri della Salute Roberto Speranza e dell’Istruzione, Lucia Azzolina. Solo in serata è arrivato il via libera con le richieste fatte dagli enti locali e fatte proprie dal Mit.

IL TESTO PREVEDE orari differenziati per uffici, esercizi commerciali, servizi pubblici e scuole (raccomandata la mobilità sostenibile). Potranno essere destinati ai servizi di linea anche mezzi privati attraverso procedure semplificate per l’affidamento. Nella legge di Bilancio troverà posto lo stanziamento di 200 milioni per regioni, comuni e province per i servizi aggiuntivi. Il coefficiente di riempimento viene portato all’80%, prevedendo una maggiore riduzione dei posti in piedi rispetto a quelli seduti, e fino al 100% per tragitti sotto i 15 minuti. Ma è consentito in presenza di filtraggio e ricambio d’aria sia nei veicoli di superficie che nelle metro. Per i tram ci vorranno i finestrini aperti. Potranno essere installati separazioni removibili tra i sedili (ma il materiale è ancora da individuare). Ci dovranno essere i dispenser a bordo e si dovrà utilizzare le mascherine.

RESTA PERÒ DA RISOLVERE il problema degli spazi aggiuntivi come l’affitto di immobili o luoghi da destinare ad aule didattiche oppure acquisto, noleggio o leasing di strutture modulari temporanee. Anci e Upi hanno comunicato ad Azzolina il fabbisogno complessivo: circa 300 milioni ma, per adesso, la cifra stanziata dal governo si ferma a 70 milioni. «C’è una battaglia da fare, eliminare la classi sovraffollate – ha scritto ieri la ministra dell’Istruzione ringraziando il mondo della scuola -. Un piano pluriennale di investimenti sull’edilizia scolastica, grazie all’impiego del Recovery fund. A breve poi svolgeremo concorsi per 78 mila posti». Dalla Cisl la stoccata: «Ringraziamo la ministra per non averci ringraziato». Ieri pomeriggio l’Abruzzo ha ufficializzato lo slittamento del ritorno tra i banchi al 24 settembre, si attende adesso la decisione definitiva di Basilicata e Campania.

«LA COMUNITÀ DELLA SCUOLA è risorsa decisiva per il futuro della comunità nazionale, proprio in quanto veicolo di socialità»: il presidente Sergio Mattarella ieri mattina aveva posto l’accento sull’importanza del ritorno in aula nel 150esimo anniversario della nascita di Maria Montessori. Anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, dopo essersi tenuto lontano dal tema per una settimana, è tornato a dichiarare: «L’Italia in prima fila per elaborare strategie utili per combattere il Coronavirus». In questo caso non si tratta di ricordare un anniversario ma la videoconferenza dell’Organizzazione mondiale della sanità co-presieduta dal ministro della Salute, Roberto Speranza, sulla riapertura delle scuole in 53 paesi. «Dobbiamo sostenere i nostri insegnanti mentre navighiamo nell’ignoto» il commento del direttore dell’Oms per l’Europa, Hans Kluge. «Il diritto all’istruzione e il diritto alla salute devono camminare insieme» ha ribadito Speranza.

LA RIUNIONE È SERVITA per porre le basi di un coordinamento europeo: «Una coalizione tra stati membri per informare le nostre azioni e attuare le migliori misure possibili. Convenire su un set di dati unificato per saperne di più sull’impatto di Covid-19 sulle comunità». La scorsa primavera c’è stata «la più grande interruzione dei sistemi educativi nella storia, colpendo quasi 1,6 miliardi di studenti in più di 190 paesi». Lo stop alle scuole, hanno ricordato, «può provocare effetti gravi in termini di istruzione e di salute, compresa quella mentale, lo sviluppo sociale e il rischio di trovarsi in un ambiente familiare violento. L’impatto più pesante per i bimbi in situazioni vulnerabili e indigenza».

QUATTRO LE MISURE chiave: igiene, distanziamento, mascherine e misurazione della febbre. Necessarie politiche specifiche per bambini e lavoratori a rischio. Promossa la didattica a distanza: «È realistico pianificare la disponibilità dell’apprendimento online per integrare quello scolastico» in caso di chiusure temporanee, quarantena episodica o a integrazione in caso di presenza scolastica alternata per il distanziamento. Il punto è cercare di preservare l’equità impedendo che chi vive in situazioni di svantaggio non possa più proseguire il suo percorso scolastico. «I bambini che vivono in situazioni vulnerabili – hanno sottolineato Kluge e Speranza – sono colpiti in modo sproporzionato per la povertà digitale e le difficoltà dei genitori nell’assistere i figli nel processo di apprendimento».