«La scelta del governo è chiara. La scuola è una priorità nella sua azione. Ed è centrale nella vita del Paese, così come lo sono le prossime settimane nel percorso delle nostre studentesse e dei nostri studenti, in particolare di quelli che si apprestano a sostenere gli Esami di fine ciclo». Il ministro dell’Istruzione Bianchi conferma le intenzioni già espresse dal premier Draghi e risponde così indirettamente alle difficoltà elencate tra gli altri anche dall’Associazione nazionale Presidi nell’applicare il crono programma illustrato dal presidente del consiglio che prevede di ritornare alle lezioni in presenza già dal 26 aprile nelle zone gialle rafforzate e arancioni ( in zona rossa lezioni in presenza fino alla terza media, mentre alle superiori l’attività si svolgerà almeno al 50% in presenza), e riportare in classe tutti gli studenti entro il 3 maggio.

Il presidente dell’Anp Giannelli non crede molto all’annuncio di Draghi: «È un’idea già più volte manifestata, un auspicio. I trasporti pubblici non sono ancora stati messi in sicurezza. Non ci risultano grossi progressi sul fronte monitoraggio e screening attraverso i tamponi rapidi di cui si era parlato. Né ci sono provvedimenti rispetto alla formazione delle classi ed alla riduzione del numero degli studenti, anche guardando a settembre. Non so come si farà, da oggi al 3 maggio, a realizzare queste condizioni».

Difficoltà che, se non si prenderanno subito i provvedimenti attesi da un anno, si ripresenteranno anche a settembre, spiega Giannelli ricordando come ancora non sia stato preso alcun provvedimento per le cosiddette “classi pollaio”, quelle che soprattutto nelle grandi città contengono 29-30 alunni: «Dunque, se la campagna di vaccinazione lo consentirà torneranno nelle classi previste dal vecchio ordinamento».

Secondo i dati Miur, quest’anno gli studenti sono 8,3 milioni: 7.507.484 negli istituti statali e circa 860 mila delle paritarie. Sono in leggero calo rispetto all’anno precedente (erano 7.599.259) mentre sono aumentati gli alunni con disabilità (268.671, circa 9 mila in più di un anno prima). Solo una parte (6,6 milioni) al momento frequenta in presenza (infanzia, primaria e prima media su tutto il territorio nazionale; seconde e terze medie solo nelle zone arancioni e gialle). Due milioni frequentano in Dad. Il numero di classi previste nelle scuole statali per l’anno in corso è di 369.048.

Ma il problema è all’esterno, per l’Anp del Lazio: «I mezzi pubblici saranno in grado di assorbire in maniera funzionale tutti gli studenti? Gli assembramenti saranno vietati all’esterno e nelle piazze della città?».