Il cashback di stato e la lotteria degli scontrini, pilastri della politica economica del «Conte 2» e dell’attuale candidato a sindaco di Roma e già ministro dell’economia Roberto Gualtieri, si ferma oggi. Ad agosto saranno pagate le somme accumulate con le transazioni fatte con carte di debito e credito, il «superpremio» da 1.500 euro sarà riconosciuto ai maggiori utilizzatori con più di 689 transazioni e poi, dopo una pausa di sei mesi, la misura potrebbe decadere. A meno che la verifica politica in corso non la prolunghi permettendo di salvare le apparenze.

I Cinque Stelle, sostenitori dei pagamenti online presentati come politica anti-evasione, si sono opposti alla decisione presa da una cabina di regia a Palazzo Chigi . «Sospenderla è un errore. Mi auguro si possa tornare indietro su questa decisione», ha detto il ministro e capodelegazione dei Cinque Stelle Stefano Patuanelli. Di avviso diverso è Antonio Misiani, già vice ministro dell’economia e oggi responsabile economico del Pd, secondo il quale «la sospensione del cashback è l’occasione per un monitoraggio accurato dei risultati della sperimentazione» e per introdurre i «correttivi necessari a migliorare la strategia di incentivazione dei pagamenti digitali.

L’altra gamba della maggioranza, a cominciare dalla Lega, ha festeggiato lo stop di una misura finanziata con più di 4 miliardi di euro con l’obiettivo di generare transazioni elettroniche tali da ripagare la cifra e permettere allo Stato di guadagnare. Matteo Salvini si è intestato la decisione. «L’abbiamo chiesta perché ogni miliardo di euro va reinvestito in lavoro e in sostegno alle imprese. L’idea della lotteria di Capodanno a chi fa la spesa con il bancomat o con la carta di credito non è l’idea di Paese che ho in testa. Ognuno deve essere libero di fare la spesa pagando come e dove vuole». Brinda anche Forza Italia: «Che sia uno stop definitivo, perché si tratta di una misura demagogica i cui costi hanno ampiamente superato i benefici» ha detto la capogruppo in Senato Anna Maria Bernini. Anche l’altra destra di Fratelli d’Italia, alleata di Forza Italia e della Lega, ma strategicamente posizionata all’opposizione, è passata all’incasso politico. «Insieme alla lotteria degli scontrini è un’idiozia che ci costa 4 miliardi. Ora ci è arrivato anche il governo Draghi. I quasi 2 miliardi risparmiati siano destinati ad attività e lavoratori colpiti dalla crisi e dalle chiusure» ha commentato Giorgia Meloni.

La guerra interna alla maggioranza si spiega con il fatto che la decisione del governo Draghi è una smentita di quello precedente. Eppure i risultati dei primi sei mesi del rimborso di Stato del 10% delle spese fatte con carte, bancomat sono stati buoni: 7,86 milioni di cittadini hanno fatto transazioni valide e di questi 5,9 milioni hanno già maturato il diritto a ricevere un rimborso fino a 150 euro. Complessivamente, dall’inizio del programma sono stati circa 8,9 milioni i cittadini che hanno aderito, con un totale di 790 milioni di transazioni elaborate e 16,4 milioni di strumenti di pagamento attivati.

La Corte dei Conti ha fornito alcune indicazioni per correggere un sistema problematico. Primo: differenziare l’incentivo tra i piccoli esercenti e la grande distribuzione in modo tale da redistribuire i vantaggi. Secondo: limitare il numero di operazioni effettuabili con lo stesso operatore nell’arco della medesima giornata anche se con carte diverse. Terzo: abbassare il premio, 1500 euro ai primi 100 mila utenti. In generale i magistrati contabili hanno denunciato la carenza dei dati che ha reso incompleto il giudizio sull’iniziativa. Sospendendo la misura, il problema non si porrà più. Il «cashback» potrebbe non sopravvivere altri due semestri, fino al giugno 2022, come previsto.