Ci sono i primi due indagati nell’inchiesta sul tragico incidente dei treni in Puglia: due avvisi di garanzia sono stati notificati ieri dalla Procura di Trani ai due capistazione di Andria e Corato, Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, che al momento risultano essere i due soli indagati nell’indagine per disastro ferroviario colposo ed omicidio colposo plurimo seguita allo scontro tra treni sulla tratta Corato-Andria.

Nell’avviso di garanzia gli viene contestato di «aver cagionato l’incidente ferroviario che ha provocato il decesso di 23 persone e il conseguente ferimento di altri 50 passeggeri». Gli interrogatori si svolgeranno domani dinanzi ai cinque pm di Trani che coordinano le indagini della Squadra mobile della Questura di Bari e della Polfer. Il capostazione di Andria, in particolare, dovrà spiegare perché ha fatto partire il treno pur non avendo visto arrivare in stazione il convoglio proveniente da Corato, come sempre avveniva. Dovrà anche dire se fosse a conoscenza del fatto che da Corato fossero in arrivo due treni e non soltanto uno. Questo perché avrebbe dovuto consentire la partenza del treno fermo nella sua stazione solo nel momento in cui avrebbe visto arrivare gli altri due provenienti da Corato, uno dei quali viaggiava, dettaglio forse determinante, con un ritardo di dieci minuti. L’altro capostazione dovrà invece chiarire soprattutto quali e quanti contatti ha avuto con il capostazione di Andria per quanto riguarda i due treni in transito verso nord.

Con l’avviso di garanzia viene data anche la possibilità ai due capistazione di nominare propri consulenti, in vista dell’autopsia che sarà effettuata questa mattina nel policlinico di Bari sui corpi dei due macchinisti e del capotreno deceduti nel tragico schianto. Sui macchinisti saranno compiuti anche accertamenti tossicologici e istologici per accertare l’eventuale assunzione di sostanze e l’eventuale insorgere di patologie cardiache o coronariche che potrebbero in qualche modo aver contribuito all’evento.

Ciò detto, è stato lo stesso procuratore di Trani, Francesco Giannella, a chiarire ieri che «parlare di un errore umano è corretto. Ma è assolutamente riduttivo» per spiegare quanto accaduto. «La dinamica in linea di massima è stata ricostruita ma dobbiamo avere certezze. Tutti vogliono i veri colpevoli e la richiesta di giustizia dei familiari delle vittime è legittima», ha sottolineato il procuratore. Specificando che i magistrati «faranno in modo che tutti coloro che hanno avuto un ruolo in questa vicenda, se lo hanno avuto, siano perseguiti». È stata invece smentita dalla Procura l’ipotesi secondo la quale i passeggeri del treno proveniente da Andria siano stati fatti scendere da un convoglio e salire su un altro treno prima della partenza. L’accaduto era stato riferito ai giornalisti da alcuni parenti delle vittime, ma sino ad ora non ha trovato conferma.

Il capostazione di Andria da due giorni praticamente non vive più. È protetto dall’affetto di parenti e amici. È chiaro che l’errore umano, c’è stato ma non può e non deve bastare a spiegare una tragedia che agli occhi di tutti non è accettabile accada in un paese civile.

Non è un caso se ieri, uomini della squadra mobile e della Polfer hanno acquisito presso la sede della società Ferrotramviaria e le due stazioni, documenti, atti, immagini e dati informatici. Inoltre, si è avuta conferma che i pm hanno avviato una serie di accertamenti per individuare eventuali responsabilità anche all’interno dell’Ufficio trasporti a impianti fissi (Ustif) di Bari, organo periferico del Ministero delle Infrastrutture e trasporti. L’Ustif è un ufficio che ha la competenza sui trasporti pubblici che si avvalgono di impianti fissi: funivie, teleferiche, tranvie metropolitane e, anche, ferrovie in concessione ai privati, come appunto le Ferrovie del nord barese. La struttura si occupa dei collaudi per la messa in esercizio, delle autorizzazioni e dei controlli periodici sulla linea.

Gli inquirenti e gli investigatori vogliono capire adesso se sono stati seguiti tutti i regolamenti, se sono state rispettate le norme e se vi siamo in questo ufficio eventuali responsabilità connesse con quanto avvenuto la mattina dell’incidente.
Inoltre, l’inchiesta prosegue silente e parallela anche sugli altri due filoni d’indagine aperti: capire perché soltanto quest’anno è stata indetta la gara per i lavori del raddoppio della tratta previsto da un progetto del 2008 e finanziato dall’Ue nel 2012, e perché il sistema di controllo fosse ancora a “chiamata telefonica” e non automatizzato, dopo il finanziamento della Regione Puglia nel 2014 di ben 13 milioni di euro alla stessa Ferrotramviaria spa.

Ma ieri è stato anche il giorno della visita del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, al policlinico di Bari, dove ha incontrato il presidente della Regione, Michele Emiliano, e i sindaci di Bari, Antonio Decaro, di Andria, Nicola Giorgino e di Corato, Massimo Mazzilli, ed alcuni dei feriti. Toccante l’incontro con i parenti delle vittime, incontrati singolarmente a gruppi familiari. A cui ha promesso che sarà fatta giustizia.