«Uno stato che funzioni dovrebbe prendere a schiaffi i corrotti e accarezzare chi esercita il controllo di legalità». E invece, in Italia «i magistrati sono stati virtualmente schiaffeggiati e i corrotti accarezzati». Di buon mattino il presidente dell’Associazione nazionale magistrati Rodolfo Sabelli attacca dalla tv il governo. Con in testa ancora la riforma della responsabilità civile, lo «schiaffo» virtuale che più brucia ai magistrati – che peraltro l’hanno subito senza scioperare in cambio della promessa che la riforma sarà «attentamente verificata». Se, ora che è stato abolito il filtro, ci sarà la temuta pioggia di denunce strumentali conto le toghe, bisognerà correre ai ripari. Matteo Renzi non incassa le critiche e immediatamente replica: «È una frase falsa e ingiusta – dice – sostenere questo avendo responsabilità istituzionali o a nome di categorie è triste». E poi, visto che parla all’inaugurazione dell’anno accademico della scuola superiore della polizia, il presidente del Consiglio fa l’indignato: «Con le istituzioni non si scherza, il senso di appartenenza che deve andare oltre». Poco dopo non scherza il sottosegretario Delrio e affonda il colpo sull’Anm: «Questi corpi intermedi sono convinti di esercitare la loro funzione con questo atteggiamento, a vedere i sondaggi sembra che il rapporto di fiducia si sia incrinato».