Scontri violenti ieri pomeriggio nel nord di Parigi, nel quartiere di Barbès, alla fine di una manifestazione per Gaza. Il prefetto di Parigi, Bernard Boucault, aveva proibito il corteo, perché domenica scorsa c’erano stati degli incidenti di fronte a due sinagoghe della capitale, con violenze tra manifestanti pro-palestinesi ed esponenti della Ligue de défense juive, un’organizzazione radicale. La decisione del prefetto è sorprendente. «Manifestare è un diritto costituzionale», ricorda Bernard Ravenel di France-Palestine. Il Nuovo Partito Anticapitalista, che venerdì si era rivolto al tribunale per contestare la decisione del prefetto (ma l’esposto non era stato accolto) ha deciso di manifestare lo stesso. Centinaia di persone si sono trovate nel quartiere di Barbès, non lontano dal Sacre Coeur, all’inizio del pomeriggio. Con slogan come «siamo tutti palestinesi», «la Palestina vincerà», la prima parte della manifestazione si è svolta nella calma, malgrado una grande tensione, dovuta a una presenza enorme di forze dell’ordine. Ma nel tardo pomeriggio la situazione è degenerata. Lacrimogeni da un lato, lanci di pietre e bottiglie dall’altro. Ci sono stati almeno 33 arresti. Il primo ministro, Manuel Valls, ha reagito con durezza: «Non possiamo importare in Francia i conflitti mediorientali – ha affermato – Il capo della diplomazia, Laurent Fabius, è nella regione, il presidente opera per la pace, in Francia l’ordine e le regole devono imporsi». Valls ha affermato che «in nessun caso» possono essere tollerati in Francia «slogan antisemiti». La polemica era iniziata con gli scontri di domenica scorsa di fronte alle due sinagoghe. Il Nuovo partito anticapitalista, che aveva convocato la manifestazione di ieri, aveva assicurato che il percorso previsto escludeva di passare nelle vicinanze di sinagoghe. Ma la «solidarietà con i palestinesi deve potersi esprimere a Parigi».
La decisione del prefetto di proibire il corteo ha esasperato gli animi. Altre manifestazioni per denunciare la situazione a Gaza hanno avuto luogo anche in altre città, Lione, Strasburgo, Montpellier, Nizza. François Hollande, che è in viaggio in Africa, dal Ciad ha perorato per la rinuncia alla manifestazione per Gaza e minacciato che «chi vuole manifestare deve assumere le proprie responsabilità». Il prefetto di Parigi ha tradotto in pratica il pensiero del presidente, ricordando che partecipare a una manifestazione proibita è passibile di «sei mesi di carcere».
Ieri a Parigi è stato scandito anche lo slogan «Israele assassino, Hollande complice». Faceva riferimento alla presa di posizione del presidente francese, all’inizio della nuova guerra a Gaza, che era intervenuto con un comunicato schierato completamente sulle posizioni di Israele, senza nessun riferimento ai morti palestinesi. C’è chi ha parlato di svolta nella politica mediorientale della Francia. Hollande segue le orme di Sarkozy. Ieri, Laurent Fabius era nella regione, per appoggiare l’iniziativa di pace dell’Egitto. La posizione pro-israeliana di Hollande sta spaccando anche il Ps. Dei deputati socialisti hanno denunciato la proibizione della manifestazione come una reazione «sproporzionata», un «attacco alle libertà pubbliche». Proteste decise anche da parte del Front de Gauche.