Giornata di incidenti, in Cile, nel quarantennale del colpo di stato contro Salvador Allende messo in atto dal generale Augusto Pinochet l’11 settembre del 1973. Ogni anno, nella ricorrenza, i manifestanti scendono in piazza, sempre duramente repressi dai carabineros. L’anno scorso, vi sono stati 255 arresti e un carabiniere morto, questa volta gli arresti sono stati 264 e i feriti 45. Il presidente a fine mandato, il miliardario Sebastian Piñera, ha chiesto alla magistratura di usare il pugno di ferro contro «i responsabili delle violenze» – durante le quali sei carabinieri sarebbero rimasti gravemente feriti – e ha chiesto alla popolazione di collaborare nell’identificazione dei responsabili. Per la seconda notte consecutiva, l’altroieri ci sono stati scontri e barricate. Il prossimo 17 novembre, ci saranno le elezioni. L’ex presidente di centrosinistra Michelle Bachelet risulta favorita nei sondaggi. A lei, gli strati popolari chiedono di farla finita con la costituzione rimasta in vigore dai tempi della dittatura e di indire un’assemblea costituente. Ogni anno, tra i manifestanti scendono in piazza anche i nativi mapuche, che lottano per il recupero delle loro terre ancestrali e vengono condannati secondo le leggi antiterrorismo.