Un centinaio di attivisti dello sciopero sociale previsto domani in tutta Italia hanno contestato ieri il presidente della Bce alla facoltà di economia di Roma Tre. Due cariche di un plotone della celere li hanno respinti. Su un agente è stato rovesciato un secchio di vernice rossa. Diversi i feriti, colpiti alla testa dalle manganellate. Gli «strikers» hanno polemizzato contro la «militarizzazione» dell’università come «spazio pubblico». Nel suo intervento, in occasione dei cento anni dell’economista Federico Caffè, Draghi ha ribadito l’impegno della Bce all’«espansione del bilancio» e a «intraprendere ulteriori azioni di politica monetaria non convenzionali».

Qui lo Storify della manifestazione (in inglese)

Il video della prima carica:

Il video della seconda:

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Pochi minuti dopo degli istanti rappresentati in questi video abbiamo visto l’auto grigia nella quale sedeva il presidente della Bce Draghi sgommare e uscire dalla rampa che si intravede alle spalle del plotone della celere. Draghi, insieme al governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco è un ex allievo di Federico Caffè, grande economista e collaboratore anche de “Il Manifesto”. «Un grande italiano», «uno straordinario economista e docente», “portatore di un pensiero etico e, in ultima istanza, anche una sorta di padre spirituale che seppe indirizzare la vita futura di uno dei maggiori esponenti del mondo economico istituzionale”, così ha definito Draghi il suo maestro misteriosamente scomparso nell’aprile del 1987.

Per comprendere la distanza che esiste tra gli allievi di Caffè, ad esempio Bruno Amoroso e Mario Draghi, rimando ad un articolo di Amoroso riportato sul sito comune.info: Il drago, l’immondizia e Monte dei Paschi .

Nel suo discorso Draghi ha invocato «una politica monetaria espansiva e una politica fiscale, che, nel rispetto delle regoli esistenti, veda maggiori investimenti e minori tasse, non sono sufficienti a generare una ripresa della crescita forte e sostenibile senza le necessarie riforme strutturali dei mercati dei prodotti e del lavoro». Draghi sostiene «maggiore concorrenza, completamento del mercato unico europeo, misure che permettano ai lavoratori disoccupati di trovare rapidamente un nuovo posto di lavoro diminuendo la durata della disoccupazione, misure che permettano di innalzare il livello di specializzazione e di adattarne le caratteristiche alla domanda». Sono misure – ha ricordato – «da tempo nell’agenda della politica economica di molti paesi dell’euro» ma che ora devono trovare attuazione concreta. Anche perché – è tornato a sottolineare Draghi – l’«inaccettabile» livello di disoccupazione nell’area euro «è la più grande forma di spreco delle risorse e incide sulle potenzialità delle economie diminuendo la crescita». «Il 23% dei giovani fra 15 e 24 anni – ha aggiunto – non ha un lavoro, questo è contro ogni nozione di equità».

Draghi ha sottolineato che «la lezione del 2012 ci ha insegnato che la crisi di fiducia nell’euro era anche causata dall’incertezza, rivelatasi infondata, sul futuro della moneta unica. A questa incertezza i leader europei reagirono nel giugno del 2012 con la creazione dell’unione bancaria che ha portato alla vigilanza unica della Bce». Ha poi sostenuto che la nascita della vigilanza unica «è stato l’atto di integrazione più importante che sia mai stato deliberato dalla creazione dell’euro». Il presidente della Bce ha infine ricordato che «la nostra esperienza mostra che la condivisione della sovranità nazionale è condizione necessaria per una fiducia duratura nel disegno del nostro comune viaggio europeo». «Non si tratta – ha concluso, con un pensiero alle preoccupazioni dei partner nordici – di perdere sovranità nazionale ma di condividerla su un aggregato più ampio come abbiamo sperimentato con le azioni comuni » adottate dal 2012.