L’ultimo, estremo, tentativo di resistenza contro la riforma Renzi della scuola (oggi alla Camera, approvazione definitiva prevista il 10 luglio) è lo sciopero della fame. Lo hanno iniziato ieri due docenti romani: Mauro Carlo Zanella, 50 anni, da 29 maestro elementare, e Rosalba Falzone, docente alle superiori, di 53 anni (nella foto). La protesta è promossa da «Scuola per la Repubblica», una delle associazioni che hanno promosso la «Lip – Legge di Iniziativa Popolare per la scuola della Repubblica», un’iniziativa dal basso sostenuta da migliaia di docenti che è diventata negli ultimi mesi un riferimento per il movimento della scuola. Da oggi i due docenti vivranno in un camper parcheggiato tra via XXIV Maggio e via Mazzarino a Roma, vicino al Quirinale. Il loro appello è rivolto al presidente della Repubblica Mattarella a «non fare il notaio, ma il garante della costituzione». «L’ideale è che rimandi alle camere un provvedimento che ha spaccato l’unità nazionale – spiega Zanella – Mettendo la fiducia sul Ddl al Senato, il governo ha fatto piazza pulita degli emendamenti che avrebbero potuto migliorare un Ddl molto criticato e criticabile. È un fatto gravissimo il rifiuto del dialogo con i docenti, i sindacati e le opposizioni che hanno proposto gli emendamenti ad una legge così importante». «Il nostro è un atto estremo – aggiunge il maestro romano – per un obiettivo praticabile. A Mattarella chiediamo un incontro con una delegazione di docenti dove esporre le nostre ragioni, finché non lo concederà andremo avanti. Certo, l’ideale sarebbe il rinvio del Ddl alle camere per aprire un vero confronto con la scuola che non c’è mai stato». I digiunanti, che saranno assistiti da un’équipe medica, invitano i docenti a sostenerli unendosi alla protesta o inviando lettere e messaggi al presidente della Repubblica. Negli ultimi giorni sembra che al Quirinale ne siano arrivate già più di ventimila.

Oggi sarà anche il giorno di una nuova protesta unitaria dei sindacati della scuola a piazza Montecitorio. La rete degli studenti ha lanciato un flash-mob a piazza Navona. Le docenti che si riconoscono nel gruppo delle «Cattive Maestre» hanno lanciato sui social network una foto-petizione dove invitano i colleghi a unirsi alla protesta al parlamento contro la riforma che istituisce il «preside-manager», la chiamata diretta dei docenti, mettendo a rischio la libertà di insegnamento degli oltre 102 mila precari assunti in varie tornate nel corso del prossimo anno scolastico. Flc-Cgil, Uil e Cisl scuola, Gilda e Snals, hanno pubblicato sui quotidiani un avviso a pagamento dove riassumono le ragioni della protesta contro il Ddl scuola sin dallo sciopero generale del 5 maggio scorso al quale hanno aderito quasi 700 mila tra docenti e personale Ata. E a settembre di ricomincia. Gli uffici legali di tutti i sindacati si stanno preparando alla battaglia, sommergendo il Miur di ricorsi. Piero Bernocchi (Cobas) sostiene che «fin dalla prima riunione dei collegi docenti e dei consigli di istituto si passerà dalla battaglia campale alla guerriglia non violenta e assai pervasiva, diffusa e continua. Ogni scuola sarà una barricata contro il governo». L’11 settembre è stata programmata una riunione nazionale delle Rsu, mentre il primo giorno di scuola – differenziato sul territorio nazionale – ci saranno assemblee sindacali. L’Anief si appella alla «coscienza» dei deputati per respingere la riforma alla Camera. Oggi, davanti allaCamera, ci saranno anche Sel e il movimento 5 Stelle. Il destino della riforma è tuttavia già segnato.