Riders in piazza anche in Italia a Torino, Milano, Bologna e Firenze. Nella città toscana quello di ieri è stato il primo giorno di «non lavoro» dei ciclofattorini ex di Foodora, circa 200, a cui è scaduto il contratto co.co.co. I fattorini lavoreranno in condizioni peggiori perché Glovo, che ha acquisito la filiale italiana dell’azienda tedesca, prevede la collaborazione occasionale. È quanto rilevato da un’analisi comparativa del Nidil Cgil Firenze che «dimostra che le aziende si fanno concorrenza abbassando le garanzie dei lavoratori». Il sindacato ha invitato i riders a compilare la richiesta di disoccupazione. Attesa la convocazione di un tavolo di crisi al ministero dello sviluppo. La regione Toscana ha fatto sapere che incontrerà le aziende.

«Mai più consegne senza diritti» hanno scritto i ciclofattorini della «Bologna Union Riders». I riders hanno criticato lo stallo in cui versa il «tavolo» al quale sono stati convocati, insieme agli altri autorganizzati, i sindacati e le aziende, dal ministro del lavoro Luigi Di Maio. «Per noi – dicono – è essenziale che si arrivi al più presto ad una soluzione legislativa o contrattuale che ci garantisca salario orario (no al cottimo!) dignitoso ancorato al contratto della logistica, un’assicurazione Inail, contributi Inps, monte ore garantito, libertà sindacali».

I riders di Deliverance Milano hanno lanciato la campagna di denuncia #iononrestofuori! «Per mesi siamo stati invitati a restare fuori dai ristoranti senza che nessuno si preoccupasse per noi. Siamo stati oggetto di diversi episodi di aggressione da parte di alcuni ristoratori e clienti. Organizzeremo azioni contro queste discriminazioni».

A Torino si sono radunati davanti al Mc Donalds di via Livorno per invitare i colleghi a non ritirare. Le forze dell’ordine si sono schierate all’ingresso. «Non ci facciamo spaventare – hanno detto i lavoratori – continuiamo a lottare contro lo sfruttamento».