Il Maine è lo stato più a nord-est degli Usa, conosciuto per le coste rocciose, la storia marittima e per panorami mozzafiato come le isole granitiche e selvagge del Parco Nazionale di Acadia.
Ma l’elemento distintivo del Maine è quello di essere, con il Nebraska, l’unico stato dove i grandi elettori vengono assegnati solo in parte al candidato più votato nello Stato, in quanto anche i collegi della Camera in cui sono divisi i due stati eleggono ciascuno un grande elettore. È come se ci fossero più sfide elettorali all’interno dei due stati, e questo può portare a una differenziazione dei grandi elettori.

DAL 1972 dei 4 grandi elettori del Maine, 2 spettano a chi vince il voto popolare, mentre gli altri sono eletti ciascuno nei 2 congressional districts dello stato, perché in Maine esistono due collegi elettorali per la Camera: uno a Sud, più popoloso, e uno a Nord, più esteso ma con il 72% di popolazione rurale.
Per anni il Maine è stata una roccaforte del Partito Repubblicano, ma dal 1992 tutti i 4 grandi elettori dello stato sono andati ai democratici. Nel 2016, per la prima volta nella storia del Maine, il secondo distretto è stato vinto da un candidato differente rispetto al resto dello Stato: Clinton vinse i 2 grandi elettori statali e il primo distretto, mentre Trump vinse nel secondo.
Anche se nel 2020 Biden ha vinto 3 voti elettorali e solo uno è andato a Trump, consegnando il Maine alla lista degli stati dem, questa spaccatura interna allo stato rispecchia l’attuale situazione degli Stati uniti, divisi fra zone rurali repubblicane ed urbane democratiche, dove la classe lavoratrice è più vicina alla destra.

IL CASO più esemplificativo è quello di Bath, città di circa 9.000 abitanti la cui economia si basa sulla costruzione di grandi navi da guerra, che offre lavoro a 6.800 persone, e dove nel 2020 c’è stato uno dei rari scioperi statunitensi, che ha coinvolto i costruttori navali di Bath Iron Works e 4.300 membri dell’Associazione internazionale dei macchinisti e dei lavoratori aerospaziali. Lo sciopero si è concluso dopo 2 mesi con l’approvazione di un nuovo contratto di lavoro, ma non ha sanato la divisione interna di uno stato dove una buona parte della classe lavoratrice si sente sempre meno rappresentata da un partito democratico in cui non si riconosce più.
Tuttora a Bath si continuano a sentire le incrinature fra una classe più ricca e colta e una meno privilegiata, anche se la qualità di vita di questa città è in linea con quella del resto del New England, ed offre ai residenti una fitta atmosfera suburbana – dove la maggior parte delle persone vive in case di proprietà -, accoglie molte famiglie e giovani professionisti, e le scuole pubbliche sono sopra la media.
La pandemia ancora una volta ha esacerbato una situazione già compromessa, e gli obblighi riguardanti i vaccini stanno creando conflitti con i lavoratori ribelli. Josh Pelletier lavora come saldatore per le navi da guerra della marina, ed è pronto a licenziarsi a causa della legge di Biden per cui gli appaltatori federali, così come tutte le imprese statunitensi con 100 o più lavoratori, devono essere completamente vaccinati contro il Covid-19. «Stiamo combattendo per i nostri diritti costituzionali, per il modo in cui pensiamo che la nostra vita dovrebbe essere», dice Pelletier sottolineando che sono centinaia i dipendenti di Bath Iron Works che minacciano di andarsene.

In questo clima i referendum votati il 2 novembre hanno creato negli spazi verdi cittadini una vera e propria lotta di cartelli propagandistici autoprodotti, anche in città tradizionalmente meno conflittuali di Bath come Portland, dove un quesito referendario locale ha inasprito i toni. Riguarda i centri per i senzatetto e l’opportunità di costruirne uno da 208 posti letto, oppure dislocare più nuovi centri con un massimo di 50 posti ciascuno. «Costruire centri più piccoli sparsi sul territorio è un approccio migliore – dice Kim Cook, ex consigliere comunale e volontario di Smaller Shelters for Portland – Il mega-rifugio non ha funzionato in altre città e non funzionerebbe in nessun quartiere».

MOLTI SENZATETTO concordano con Cook. Jess Anderson è stata homeless per sei anni prima di trovare un alloggio permanente circa nove mesi fa, e racconta episodi in cui circa 40 persone stavano dormendo ma «bastava che uno degli ospiti, per via di disturbi mentali, iniziasse a urlare per iniziare una reazione a catena, poi la situazione diventava violenta e arrivava la polizia». Purtroppo la proposta di Smaller Shelters for Portland ha raccolto solo il 31% del consenso e la città procederà con la costruzione del mega-rifugio.