Sono paranoico. Sempre stato. Ai tempi della guerra fredda tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica vivevo nel terrore dei missili nucleari che potevano partire per errore. In quel caso Usa e Urss avevano 7 minuti per reagire prima di essere distrutti… 420 secondi all’apocalisse! E con 30mila testate yankee e 45mila sovietiche (un migliaio puntate sull’Italia), c’era poco da scherzare. Io non ci dormivo la notte e gli amici mi prendevano per il culo.
Finché il 26 settembre 1983 i russi videro sui radar un razzo atomico americano in volo verso Mosca e stavano per scatenare l’inferno. Meno 7, 6, 5, 4… a quel punto il tenente colonnello dell’Armata Rossa Stanislav Evgrafovic dice no, è una bufala! E si rifiuta di contrattaccare. Aveva ragione lui e salvò il Pianeta. Come fece? Il vecchio Stanislav era un tipo rilassato e invece che ai paranoici regolamenti militari si attenne al comune buon senso: nessuno ti butta una bomba atomica sapendo che poi tu gliela ributti. È la deterrenza atomica bellezza che, piaccia o non piaccia, sono 70 anni che ci evita un mucchio di Hiroshima.
Quindi avevo ragione io a essere paranoico ma poi a salvarmi il culo è stato un tipo rilassato. Morale della favola: il paranoico e il rilassato sono complementari. Per cui, tra un titolo a sei colonne catastrofista e un tg alla camomilla, io mi regolo così: vado a letto con la mascherina e mi sveglio di notte per lavarmi le mani, ma non rinuncio al torneo di calcetto che ‘sta volta vinciamo per abbandono; insisto con gli after-hours ma do del lei a tutti per mantenere le distanze; cenette tra amici? ok ma solo tra pochi paranoici, sennò si mangia insieme via skype, basta che il menù sia lo stesso, ma no cinese all’angolo, no pizza alla Canal plus. Oh, ci sta pure andare a letto presto con un buon libro. «La peste»o «I promessi Sposi»? Famo il «Decamerone» e buonanotte. E se nottetempo ti viene in sonno tuo nonno buonanima, ultimamente un po’ troppo spesso? beh i casi sono due: o vuole prepararti che tra poco lo raggiungi, o vuol darti i numeri al lotto. Sia come sia, dato che qua un vaccino contro ‘o virùs corona ancora non si vede, sappi che noi terroni teniamo sempre il ritornello di Pappagone che ci fu utilissimo contro ‘o vibbrione colerone: «Sciò, sciò, ciucciuvè! uocchio, maluocchio, aglio, fravaglio, fattura ca nun quaglia, corne e bicorne, cape’e alice e cape d’aglio, diavulillo diavulillo, jesce a dint’o pertusillo. Sciò!» Da ripetere in lingua tre volte al giorno dopo i pasti (no stufato di pipistrello, no topi vivi sennò non vale).