Cadono quest’anno i trent’anni dalla morte di Leonardo Sciascia e di Mino Maccari e l’editore Olschki manda in libreria un singolare carteggio tra i due che tratteggia un’amicizia divenuta nel tempo inossidabile (E Sciascia che ne dice? Il catalogo è questo!, pp.100, con 32 tavole a colori, a cura di Francesco Izzo). C’è tra Sciascia e Maccari una complicità patente che emerge da una consuetudine che li vedeva insieme a Roma, a Palermo nella frequentazione soprattutto di librerie antiquarie.
Il saggio è composto da diversi interventi, tutti originalissimi, dai quali si evince come il sodalizio dei due ingegni fosse improntato «all’ironia, al senso del grottesco»; godibilissima l’organizzazione di un incontro a tre con Flaiano pianificata costantemente negli anni e mai avvenuta. È l’intervento di Luigi Cavallo quello che meglio mette a fuoco il rapporto fra i due cementato dalle comuni radici culturali, dalla morale laica e dalle comuni prese di posizione correlate alla libertà e indipendenza di pensiero. Sciascia dedica una poesia amara alla solitudine della donna («Ballerine in treno»), evocata a suo tempo dalla dicotomia pavesiana di cocotte e sartina e descritta più volte magnificamente dai tratti di Maccari (ne riportiamo dei versi), descritta altrove da Fellini e Monicelli rispettivamente in Luci del varietà e in Vita da cani: Vestono gonne lunghe, hanno sciarpe / d’arcobaleno e si abbandonano affrante,/ allungano le gambe sui sedili. / Lamentano il conto dell’albergo, /l’affanno della partenza, il sonno/ reciso all’alba».
Lo scambio dura dall’aprile del 1969 al settembre del 1978 ed è percorso dalle presenze «discrete» di contemporanei quali Longanesi, Flaiano, Brancati, Guttuso.
Il libro è arricchito da un portfolio fotografico, da autografi e disegni di Maccari (dei quali lo scrittore siciliano era divenuto nel tempo un accanito collezionista) unitamente ad un apparato di note che costituiscono esse stesse un vademecum importante sull’editoria di riferimento.
E Sciascia che ne dice? costituisce un manualetto prezioso per la conoscenza di una stagione letteraria che segnò il nostro Novecento.