Tremano nel cuore della notte il mare e la terra, lungo la costa turca sudoccidentale che si affaccia sull’Egeo. Un sisma, stimato di magnitudo 6.6 anche dall’osservatorio sismologico di Kandilli dell’Università del Bosforo, ha colpito all’una e trenta locali la provincia di Mugla, il centro balneare di Bodrum e le isole greche antistanti la costa. L’epicentro è stato individuato nel braccio di mare che separa Bodrum dall’isola greca di Kos, a circa 8 chilometri di profondità.

Almeno 90, cinque dei quali in condizioni gravi, i feriti trasportati agli ospedali circostanti; 205 invece i cittadini turchi evacuati dall’isola greca di Kos a bordo di un battello scortato da una nave militare. I loro racconti parlano di caos totale nella notte: grida, muri crollati e tubature saltate, gente scesa in strada nel panico.Confermata anche la morte di un cittadino turco e di uno svedese che si trovavano a Kos in vacanza.

Il terremoto ha generato un’onda di riflusso, alta pochi centimetri ma di grande forza, che ha raggiunto la costa inondandola fino a 50 metri nell’entroterra. Numerose le barche all’ormeggio rovesciate.

Lo sciame sismico di assestamento è proseguito per tutta la giornata, lasciando la gente nella paura di nuove scosse.

Il distretto di Mugla è una delle destinazioni estive preferite sia dai turchi che da molti stranieri. L’economia della regione dipende dal turismo, settore che, negli ultimi anni, è duramente provato sia dalla drammatica situazione interna del paese in seguito al tentato golpe del 2016, sia dalle deteriorate relazioni diplomatiche tra la Turchia e Unione Europea e Russia, che insieme rappresentano la grande maggioranza del flusso turistico verso l’Anatolia. Anche l’ondata di attentati che ha colpito il paese tra il 2015 e il 2016 ha causato una drastica diminuzione degli arrivi, a cui ora si aggiunge questo disastro naturale.

La Turchia non è nuova a fenomeni sismici. È attraversata dalla faglia nord anatolica lungo tutta la regione del Mar Nero fino ad Istanbul e dalla faglia est anatolica lungo il confine con la Siria verso il cuore del paese. Ciò rende l’intero territorio nazionale ad alto o altissimo rischio sismico.

Il maggio scorso un altro terremoto di intensità 5,1 aveva colpito la costa egea nei pressi di Manisa; un terremoto avvertito anche nella grande città di Istanbul. Più dolorosi sono i ricordi legati invece ad altri grandi terremoti. A Van, nell’est del paese a maggioranza curda, un terremoto di magnitudo 7,1 colpì la città il 23 ottobre del 2011, uccise 604 persone e ne ferì oltre 4.000, con 11.200 edifici danneggiati e 60.000 sfollati stimati. Assai più devastante il terremoto di Izmit, città non lontana da Istanbul, del 17 agosto 1999. Il sisma di magnitudo 7,8 durò ben 37 secondi e uccise 17.000 persone, lasciando senza casa mezzo milione di persone. Il terremoto generò allora uno tsunami di 2,5 metri che fece altre 155 vittime.