Strage infinita di civili in Burkina Faso. Dopo l’assalto del 25 gennaio scorso a Silgadji, nel nord del Paese, che ha provocato almeno 39 vittime, un altro raid compiuto da uomini armati nella stessa regione ha colpito nella notte tra sabato e domenica il villaggio di Lamdamol, con un bilancio di almeno 20 morti accertati. Tutti civili inermi, secondo alcune testimonianze raccolte dalla Afp, trucidati senza pietà. A cominciare dal paramedico che presidiava il centro di salute locale.

Nessuno dei due attacchi sembra sia stato rivendicato finora, ma modalità e “serialità” non sembrano lasciare dubbi sulla matrice jihadista. Gruppi legati sia all’Isis che ad al Qaeda negli ultimi tempi hanno intensificato i loro attacchi in tutta la regione saheliana. E mentre in Mali gli ultimi attacchi sono avvenuti contro obiettivi militari, in Burkina la scia di sangue è fatta soprattutto di raid fulminei condotti da gruppi armati che si muovono a bordo di motociclette. Nelle scorse settimane 36 persone erano morte nello stesso modo nella provincia di Sanmatenga, nel centro-nord del paese. Dalla provincia di Séno, teatro dell’ultimo attacco, la popolazione terrorizzata comincia spostarsi verso il centro nord del paese.