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Scholz frena sull’invio dei blindati, ma è isolato

Scholz frena sull’invio dei blindati, ma è isolatoOlaf Scholz – Ap

Germania Fibrillazione nella coalizione Semaforo, sotto accusa la leadership. Gli alleati di governo, liberali e verdi, fanno pressione per fornire «subito» all’esercito ucraino 100 Marder. Anche la Spd non sostiene il cancelliere

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 16 aprile 2022

I Panzer per Zelensky schiacciano all’angolo Olaf Scholz. Da un lato liberali e grünen, sempre più in versione verde-oliva, moltiplicano la pressione sul cancelliere per fornire «subito» all’esercito ucraino i 100 blindati Marder chiesti da Kiev, dall’altro la Spd non fa per niente quadrato intorno al proprio leader che si ostina a rifiutare la consegna «per non trascinare in guerra la Germania».

Risultato: Scholz è isolato dentro la coalizione Semaforo così come nel suo partito, dopo che anche Michael Roth, presidente della commissione Esteri del Bundestag, ha fatto pubblicamente sapere: «L’Ucraina ha bisogno di armi pesanti, e velocemente».

Poche sorprese per l’endorsement bellico di Roth: da sempre il deputato Spd figura tra gli hardliner schierati contro la Ostpolitik già prima dell’invasione di Putin. Il problema politico, però, è che il parlamentare martedì scorso è andato a Leopoli insieme alla responsabile Difesa di Fdp, Marie-Agnes Strack-Zimmermann, e all’ex capogruppo dei Verdi, Anton Hofreiter, per assicurare l’appoggio dei tre partiti al governo ucraino.

Mossa pesante per Scholz che, al contrario, si era rifiutato di incontrare i ministri di Zelensky a Kiev come ritorsione per l’inaccettabile veto alla visita del presidente federale Frank-Walter Steinmeier.

Ma l’aria che tira a Berlino si riassume ancora meglio con l’inequivocabile dichiarazione di Hofreiter contro Scholz. «Il problema è dentro alla Cancelleria» accusa il leader della corrente di sinistra dei Verdi, prima della stoccata finale: «A Berlino stiamo ancora aspettando una leadership chiara».

Naturalmente, alle orecchie dei malpensanti fedeli a Scholz, l’attacco di Hofreiter, Roth e Strack-Zimmermann suona come la somma delle ripicche personali contro il cancelliere reo di non avere garantito loro una poltrona da ministro all’epoca della formazione della coalizione Semaforo.

Tuttavia, le loro parole ampiamente sovrapponibili segnalano, in ogni caso, che la strategia del cancelliere («Dobbiamo ponderare attentamente il tipo di materiale da fornire a Kiev») ha il fiato ogni giorno più corto. «È come mordere un pezzo di ovatta, nessuno di noi nella maggioranza sa cosa voglia davvero Scholz. Sospetto che sia troppo condizionato dalla sensibilità degli iscritti Spd. Di sicuro, l’ostacolo per aumentare l’aiuto militare all’Ucraina non siamo noi» rincara Strack-Zimmermann.

In parallelo i Verdi non smettono di martellare Manuela Schwesig, governatrice Spd del Meclemburgo-Pomerania, inserita al primo posto della lista dei cosiddetti Putinversteher per via del suo ampio ruolo nella costruzione del Nordstream-2 (il cui terminale Ovest approda nel suo Land) tra cui il patrocinio alla Climate Foundation Mv: “scatola” finanziata con 24 milioni di dollari da Nord Stream Ag, società di gestione del gasdotto controllata da Gazprom, utilizzata in primis per aggirare le sanzioni Usa.

Così, almeno, scrive la Bild, che ha indossato l’uniforme fin dal primo giorno del conflitto e fa i conti in tasca al governo Scholz.

Letteralmente un think-tank bellico. L’ultimo “scandalo” scoperchiato dal tabloid è il rifiuto della Bundeswehr di accettare la proposta del costruttore di armi Rheinmetall: 100 Marder in disuso e da riparare custoditi da anni nel cortile della fabbrica alle forze armate, in cambio di altrettanti blindati attualmente operativi da inviare subito nel teatro di guerra. Il ministero della Difesa tedesco ha espresso un secco No al baratto che impoverirebbe oltremodo il già insufficiente equipaggiamento della Bundeswehr.

Da qui il caso secondo il tabloid ultra-conservatore, metronomo del dibattito pubblico, in cui si fatica a trovare le notizie che aiutano davvero a capire. Come il trasferimento dei Patriot tedeschi sul fianco Est della Nato: soluzione perfetta per fare in modo che le batterie aeree di costruzione russa in dotazione ai Paesi confinanti con l’Ucraina possano essere spedite nella zona calda delle operazioni. Parola d’ordine? «La roba deve arrivare laggiù» come dice il ministro dell’Economia, Robert Habeck, numero due del governo Scholz e altro Verde con ottimi voti sulla pagella dei politici «affidabili» stilata dall’informazione mainstream.

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