Voci scettiche riguardo l’operazione che ha ucciso Soleimani si sono alzate anche tra i membri o ex tali dell’Intelligence Usa. L’ex funzionario Cia in Medio Oriente e veterano delle operazioni clandestine Robert Baer, ha affermato che l’uccisione di Soleimani è stata «come colpire un nido di calabroni con una mazza da baseball. Non lo fai se non sei pronto ad andare in guerra con i calabroni».

Secondo Baer è molto probabile che la reazione di Teheran possa essere quella di inasprire rapidamente le tensioni tra Stati Uniti ed Iran, a cui sarà difficile farvi fronte, in quanto «la Cia non ha reali operazioni di intelligence all’interno dell’Iran, e nessuno nell’amministrazione Trump capisce la mentalità iraniana». Baer ha aggiunto che l’omicidio ha messo a rischio sia le truppe che i cittadini statunitensi in Iraq in quanto gli Stati Uniti non hanno truppe da combattimento in Iraq e l’esercito iracheno è troppo debole per difendere l’ambasciata Usa o altri interessi degli Stati Uniti in quel territorio.

Il sentimento di scetticismo è condiviso dall’ex vicedirettore della Cia Michael Morell, secondo il quale l’Iran ucciderà civili americani; un tale attacco potrebbe verificarsi in pochi giorni e in qualsiasi città dove l’Iran ha cellule terroristiche dormienti. «Il posto più probabile dovrebbe essere l’Iraq – ha detto Morell all’emittente televisiva Cbs – ma anche le principali città degli Stati Uniti possono essere un obiettivo. Soleimani era un genio malvagio, aveva molto sangue americano sulle sue mani. Il mondo è un posto migliore senza di lui. Il problema è che tutto ciò ha un costo molto elevato. A causa di ciò ci saranno morti di americani civili. È da temere che il gruppo militante Hezbollah sostenuto dall’Iran, che è stato definito dal governo degli Stati Uniti come un’organizzazione terroristica, possa avere cellule dormienti negli Usa, pronte ad agire. Hezbollah libanese, che è uno degli alleati più stretti dell’Iran, ha piani di emergenza che includono gli Stati Uniti o contro obiettivi statunitensi».

L’ex ufficiale delle operazioni della Cia Sam Faddis, è dello stesso parere: «È più che possibile che Hezbollah abbia celle dormienti negli Usa pronte a colpire. In base a ciò che sappiamo possiamo presumere che vogliano colpire obiettivi sul suolo degli Stati Uniti in qualsiasi momento e senza preavviso».
Sebbene l’Iran non possa competere militarmente con gli Usa, «è un maestro della guerra asimmetrica e ha trascorso decenni a creare una rete di milizie regionali alleate, celle dormienti e agenti segreti in grado di eseguire attacchi che non possono essere facilmente rintracciati nell’Iran stesso. A differenza di altri Stati l’Iran ha formato gruppi dotati di attrezzature e conoscenze, consentendo loro di eseguire in modo indipendente attacchi sofisticati, tra cui la attacchi informatici contro le banche e reti elettriche».

A maggio un tribunale federale di New York ha condannato un uomo di origini libanesi con l’accusa di guidare una cellula dormiente di Hezbollah istituita per compiere futuri attacchi terroristici. Matthew Levitt, ex agente antiterrorismo presso l’Fbie il Dipartimento del Tesoro ed esperto di Hezbollah ha specificato: «Un attacco sul suolo americano non può essere escluso».