Il Berlusconi ineleggibile, incandidabile, decaduto, interdetto per due anni (da quando Ruby gli aveva detto di averne 24) non è nemmeno più Cavaliere. Non che gli fossero mai interessati i cavalli. Però gli interessava lo stalliere.
I giudici hanno liquidato come irrilevanti le questioni di incostituzionalità sollevate dagli avvocati (Ghedini a Coppi: «Lo dicevo che dovevamo allegare al fascicolo l’Italicum!») e inconsistente l’obiezione che i due intendevano sollevare dinnanzi alla Corte di Strasburgo: «Decadenza e interdizione? È ingiusto che una persona abbia simultaneamente due condanne! Mentre che abbia simultaneamente tre televisioni è ok».

Protestano i fedelissimi. Per Cicchitto, che Berlusconi venga interdetto in seguito a una condanna a quattro anni, tre dei quali coperti dall’indulto, rappresenta una grave perdita per il paese (In effetti: tre anni sono tre anni). Per la vicecapogruppo forzista Bernini «Non può essere una sentenza politica a far fuori Berlusconi, e questa vittoria della sinistra è solo un’illusione!» (sì: sua che vede la sinistra). Per Alessandra Mussolini «Berlusconi è una vittima» e «un processo non può durare 13 anni che sono una vita» («…di una prostituta», ha aggiunto suo marito).

Per consolarsi, a Berlusconi resta l’onorificenza di statista che gli ha concesso Matteo Renzi invitandolo a scrivere a quattro mani la legge elettorale. Tanto che quando la Cassazione ha confermato l’interdizione, in seguito alla quale Berlusconi non potrà nemmeno più votare, Renzi ha commentato: «Pazienza, dai: un voto lo recupero subito».