Proprio nel giorno in cui un centinaio di lavoratori sono saliti a Roma per chiedere «dove sono finiti i 16 milioni che servivano alla reindustrializzazione di Termini Imerese?» in presidio all’ennesimo tavolo ministeriale, arriva la notizia della liberazione dell’amministratore delegato di Blutec.
Il Tribunale delle Libertà di Palermo ha accolto l’istanza di riesame dei difensori di Cosimo Di Cursi, ordinandone l’immediata liberazione così come avvenuto qualche giorno fa per il presidente Roberto Ginatta – intimo amico degli Agnelli – arrestati lo scorso 12 marzo per malversazione ai danni dello stato per aver utilizzato a fini privati – intestandoli ai figli e usandoli in fondi speculativi – i 16 milioni di fondi pubblici avuti per reindustrializzare l’area ex Fiat. È stata riconosciuta l’incompetenza territoriale di Termini Imerese, gli atti sono stati trasmessi al tribunale di Torino. È stata disposta la restituzione a Ginatta e Di Cursi dei beni, per un valore di circa 13 milioni di euro.
Ora toccherà dunque al tribunale di Torino valutare la posizione dei due e decidere del futuro del miglianio di dipendenti – 691 diretti e circa 300 dell’indotto – dell’ex stabilimento palermitano della Fiat, la cui reindustrializzazione va avanti dall’ormai lontanissimo 2011. Senza dimenticare i circa 2mila dipendenti Blutec in Piemonte, Abruzzo e Basilicata.
Giuseppe Glorioso – nominato amministratore giudiziario al momento degli arresti – resta, per il momento al suo posto: è l’unico provvedimento conservato dai giudici palermitani. La sua conferma è avvenuta in attesa della decisione sulle misure di inibizione all’esercizio delle cariche sociali di Ginatta e Di Cursi che sarà discussa il 15 aprile. Il provvedimento dovrà però essere confermato entro 20 giorni dalla trasmissione del fascicolo al Tribunale di Torino, ritenuto territorialmente competente anche su questo aspetto.
Venerdì scorso – dopo settimane di attesa – il ministro Di Maio aveva firmato il decreto che autorizza l’Inps all’erogazione dell’acconto di «sei mensilità di Cigs straordinaria in favore di un numero massimo di 691 lavoratori sospesi da Blutec spa» di Termini Imerese. Il trattamento decorre dal primo gennaio 2019 e sarà erogato fino al 30 giugno 2019. Dunque fra due mesi e mezzo si torna da capo.
E dal tavolo di ieri pomeriggio al Mise – da cui sono stati tenuti fuori 10 sindaci e amministratori del territorio, a partire da quello di Termini Imerese- le prospettive sono ancor più nere. Il commissario giudiziale – sub judice – ha presentato una situazione di difficoltà per problemi finanziari e gestionali, ma l’impegno è per la continuità produttiva degli stabilimenti: se sarà confermata, avrà sei mesi per varare un piano industriale e per presentarlo al tribunale.
«Per la Fiom è necessario che si proceda a fare chiarezza sulla situazione finanziaria e debitoria del gruppo e sulle prospettive industriali ed occupazionali, a partire dal mantenimento delle commesse per tutti gli stabilimenti che garantiscano l’occupazione – spiega Michele De Palma, segretario nazionale della Fiom Cgil – . È indispensabile che il governo dia seguito alle dichiarazioni fatte sul coinvolgimento diretto di Fca, per le commesse in corso negli stabilimenti di Atessa e Tito e per Termini Imerese con la produzione del Doblò elettrico e del Ducato ibrido – continua De Palma – .Per realizzare il piano industriale servono le risorse finanziarie, la Fiom ritiene imprescindibile il ruolo attivo di Invitalia».
Per tutte queste ragioni la Fiom ha proclamato lo stato di agitazione permanente in tutti gli impianti. «I lavoratori del gruppo hanno già subito decurtazioni delle retribuzioni, stop produttivi, incertezza sulle prospettive». Sono già state programmate «assemblee negli stabilimenti per informare e decidere le prossime iniziative». La Fim Cisl parla di «quadro sconfortante, la Uilm chiede «una iniziativa forte del governo».