Un siluro sottomarino esplode fra Berlino e Tel Aviv. Ma la scia di scintille arriva fino ai vertici di Fincantieri e Finmeccanica. La vicenda, innescata dall’interrogazione al Bundestag dei capigruppo Linke Sahra Wagenknecht e Dietmar Bartsch, deborda nell’imbarazzo di Angela Merkel e soprattutto nel “Case 3000” che sta travolgendo il premier israeliano Benjamin Netanyahu.

TUTTO RUOTA intorno a tre nuovi U-boot della classe Dolphin: la versione nucleare dell’U-212 costruito da Fincantieri e ThyssenKrupp Marine Systems. Costano 600 milioni di euro l’uno e cinque sono già stati consegnati a Israele. Ma in estate la Germania ha congelato l’esecuzione finale del contratto per sospetta corruzione, proprio dopo aver chiuso con il governo Gentiloni la partnership per la fornitura di 4 sottomarini alla marina italiana.

A SETTEMBRE, il presidente israeliano Reuven Rivlin in visita ufficiale a Berlino sollecita lo «sblocco» dei tre sommergibili ma rientra solo con l’opzione di acquisto per quattro corvette. E il 23 ottobre il governo tedesco aggiunge una clausola al vecchio contratto: il paragrafo 10 del memorandum d’intesa firmato con il governo Nethanyau. Sancisce che gli U-boot venduti a Israele hanno bisogno di un preciso «rimorchiatore» per uscire dai cantieri di Kiel: ovvero che si chiuda l’inchiesta sulle presunte tangenti fra l’uomo di ThyssenKrupp e quello di Netanyahu. È il documento ufficiale che innesca l’iniziativa parlamentare della Linke, e fa deflagrare tutto.

TANTO PIÙ che la costruzione dei sottomarini destinati a Israele è finanziata con il gettito fiscale, e il Consiglio di sicurezza tedesco ha approvato l’export dei Dolphin per «l’invariata responsabilità storica verso Israele», mentre il governo Merkel conferma il maxi-finanziamento diretto al prodotto di ThyssenKrupp.

Peccato che l’ex ministro della difesa israeliano Moshe Ja’alon abbia “confessato” a Die Zeit non solo che «dal punto di vista militare i nuovi sottomarini non sono necessari» ma addirittura un sospetto inquietante: «Temo di aver assistito a un caso di corruzione».

Si riferisce agli arresti eccellenti di David Shimron, avvocato personale del premier israeliano, e Miki Ganor, rappresentante di ThyssenKrupp Marine a Tel Aviv. Così il periscopio della Linke inquadra i tre nuovi sottomarini da esportazione, dopo che il 21 luglio scorso di fronte all’Alta Corte di Rishon Le Zion proprio Ganor ha dichiarato al giudice Einat Ron di avere «sviluppi nell’inchiesta che coinvolge il primo ministro e ufficiali delle forze armate».

IL MANAGER di ThissenKrupp era già sospettato di aver promesso 9 milioni di euro all’avvocato di Netanyahu, dopo che l’ex ministro Ja’alon aveva votato contro l’acquisto dei tre nuovi U-boot tedeschi. E così in estate Ganor, spalle al muro, firma l’accordo di testimonianza che gli permette di patteggiare le accuse di frode, riciclaggio e cospirazione criminale. Le stesse che condivide con Avriel Bar-Yosef, ex vice capo del consiglio di sicurezza nazionale. In cambio di una condanna mite Ganor snocciola i complici a partire proprio dal suo intermediario David Shimron, legale di Nethanyau (e suo parente) e bersaglio dell’inchiesta giudiziaria “Case 3000”. Sarebbe lui ad aver spinto illecitamente Israele all’acquisto dei sottomarini e altre navi per 1,5 miliardi di dollari.

Una storia di mazzette in emersione rapida. La cronaca più che tangente al “sonar” acceso nel Bundestag di Berlino. «Le indagini sulla corruzione in Israele sono state oggetto dei negoziati sulla consegna degli U-boot» deve ammettere via portavoce il governo Merkel.

E SI PROFILA un’appendice in Italia. Fincantieri, infatti, collabora con ThyssenKrupp alla realizzazione dei sommergibili U-212, anche se i tedeschi vendono a Israele la versione derivata dall’U-209 con 4 tubi lancia-siluri in più capaci di armare missili Harpoon e Popeye con testate nucleari.

Con Berlino è sintonizzato anche il business di Leonardo, ex Finmeccanica: attraverso l’accordo con Fincantieri del 2014, e per mezzo dell’intesa firmata a marzo a Coblenza che ha consolidato la partnership italo-tedesca nella costruzione di ulteriori battelli della classe Todaro. Tutte commesse militari a beneficio dell’arsenale Fincantieri de La Spezia, che potrebbero presto finire sotto i riflettori anche a Montecitorio.