Cinque turni al termine, la Serie A sul rettilineo finale. E se lo scudetto è ormai solo una questione aritmetica per l’Inter che ha dominato la seconda parte del torneo, restano in ballo tre posti per la qualificazione alla prossima Champions League, le due caselle per l’Europa League e uno slot per la retrocessione, con Crotone e Parma a un passo dalla B. Per la corsa all’Europa che conta, e soprattutto porta soldi in cassa in attesa di capirci di più sulla Superlega nata e svanita in poche ore che un tribunale di Madrid tiene ancora in vita (sentenza che impedisce all’Uefa di punire i 12 club fondatori della nuova lega), forse per la Juventus, quinta in classifica, la conquista di un posto tra Atalanta, Napoli, Milan e Lazio potrebbe essere più agevole che far svanire le nubi di un’annata turbolenta, dai diversi passi falsi. Non solo le critiche arrivate da ogni angolo su tempi e modi della genesi della Superlega, per la dirigenza juventina ci sono altri nodi da sciogliere.

ANZI, che le istituzioni del calcio sarebbero chiamate a chiarire, la federcalcio per esempio, richiedendo gli atti alla procura di Perugia sul caso Luis Suarez, attaccante ex Barcellona e il suo esame farsa dello scorso settembre per la cittadinanza italiana all’Università degli Stranieri della città umbra. Secondo i magistrati della procura umbra, il calciatore avrebbe ricevuto in anticipo, via pdf, le domande dell’esame. Ieri è stato diffuso anche il video dell’esame di Suarez (gli investigatori avevano piazzato una telecamera nella stanza), la prova dell’esame truccato, con le domande che corrispondono perfettamente a quelle inviate giorni prima all’attaccante sudamericano. La Juventus è coinvolta nella vicenda e non solo perché era interessata a ingaggiare Suarez, un affare quasi fatto e saltato di colpo: nell’inchiesta perugina, oltre a docenti, dirigenti dell’ateneo già condannati per aver partecipato all’esame farsa, c’è la posizione in bilico del direttore generale Paratici (indagato per falsa testimonianza) e dei legali del club bianconero. Lo stesso Paratici è stato scaricato dal presidente Agnelli (non indagato), che, interrogato dal capo del pool di Perugia, Raffaele Cantone, ha riferito di non sapere nulla dell’affare Suarez, affermando che la vicenda sarebbe stata gestitg solo da Paratici e che sarebbe stato l’uruguaiano a proporsi (con smentita immediata dell’agente di Suarez).

UNA STORIA che lascia tante perplessità e che danneggia ulteriormente l’immagine del club bianconero, che sul campo deve guadagnarsi la qualificazione già da domani a Udine (ore 18), partita che può costare la panchina ad Andrea Pirlo, con Max Allegri sullo sfondo per la restaurazione bianconera. Anche perché è un turno sulla carta favorevole al Milan (stasera con il Benevento), al Napoli in lunga serie positiva (domani alle 15 contro il Cagliari), all’Atalanta (domani ore 15 con il Sassuolo) e alla Lazio del presidente Lotito proprio ieri condannato a 1 anno di interdizione per l’affair dei tamponi (domani ore 12,30 contro il Genoa). Sul tavolo per la Juventus ci sono, in caso di mancato accesso alla Champions, circa 200 milioni di euro di contrazione nelle entrate, che mal si sposano con gli oltre 350 milioni di euro di rosso a bilancio. E se questo turno dovesse portare punti a tutte le candidate alla Champions, per la Juventus sarà decisivo l’incrocio con il Milan (che ha perso colpi e punti nelle ultime giornate), il 9 maggio: chi perde, è praticamente fuori dal lotto Champions League.