Dopo tre ore di riunione il Consiglio d’amministrazione della Scala ha identificato il nuovo sovrintendente. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, presidente del teatro, ha comunicato come tra i consiglieri ci sia accordo. «Abbiamo trovato consenso sul nome», ha detto Sala ma non lo ha rivelato. «Lo lascio immaginare a voi perché la prima cosa che devo fare tornato in ufficio è chiamarlo formalmente e incontrarlo». Essendo esplicitamente esclusa una proroga per l’attuale sovrintendente Alexander Pereira, il cui mandato scade il prossimo febbraio, e dopo che Carlos Fuortes dell’Opera di Roma si è defilato nei giorni scorsi, tutto lascia supporre che l’incarico verrà affidato a Dominique Meyer, già direttore dell’Opera di Parigi e da una decina d’anni alla guida della Staatsoper di Vienna. La conferma ufficiale dovrebbe arrivare dal nuovo cda scaligero fissato per il 28 giugno.

A MENO di clamorosi colpi di scena sembrerebbe quindi tutto risolto. Ma ci sono ancora alcuni impicci. Riccardo Chailly, attuale direttore musicale, ha un contratto che scade nel febbraio 2022, e lo stesso maestro nei giorni scorsi aveva definito «il minimo della logica» lasciare Pereira al comando del teatro fino a quella scadenza visto che sarebbe già tutto programmato. Ma nel cda ci sarebbero voci decisamente contrarie a questa soluzione. Sala si è lasciata aperta una possibilità, pur senza stabilire termini temporali. «Ci ragioneremo. – ha aggiunto – a me sta sentire il sovrintendente designato e Pereira stesso per capire se sia possibile trovare una formula, che potrebbe essere anche di prolungamento, ma che è tutta da costruire». Di certo il contratto di Meyer partirà alla scadenza attuale dell’incarico di Pereira, o poco dopo, mentre non è ancora stato deciso se Meyer sarà affiancato da un direttore artistico o, come hanno fatto i predecessori Stéphane Lissner e lo stesso Pereira, ricoprirà il doppio ruolo.

ANCHE in questo caso, ha spiegato Sala, l’ultima parola spetta al nuovo sovrintendente, che fra poco lascerà Vienna. In una intervista austriaca dello scorso gennaio Meyer ha ricordato che «Toscanini una volta disse: “devi prima andare alla cassa per capire se un teatro d’opera funziona”. E a Vienna il nostro registratore di cassa è pieno! Abbiamo battuto tutti i record dall’inizio della stagione in corso».