Tania Scacchetti, segretaria confederale Cgil, ha capito cos’è successo fra giovedì scorso e lunedì? Voi avete partecipato o siete stati avvisati della mediazione di Orlando e poi della cancellazione da parte di palazzo Chigi?
Come Cgil non abbiamo partecipato ad alcuna trattativa né prima del consiglio dei ministri né lunedì. Posso solo desumere dalle agenzie e alle dichiarazioni. Proprio la mancanza di confronto è il punto più grave. A quanto ci risulta il ministro Orlando ha pensato di costruire una mediazioni sulla proroga dei licenziamenti al 28 agosto.

Voi continuate a chiedere che il blocco dei licenziamenti sia prorogato fino alla fine di ottobre e non eravate soddisfatti della mediazione di Orlando.
Lo confermo. La mediazione di Orlando ci ha sorpreso, non la conoscevamo. Penso che Orlando si rifacesse ad un emendamento presentato da Pd, Leu e M5s al decreto Sostegni uno che proponeva di allungare lo stop ai licenziamenti al 28 agosto. Ora anche la nota di palazzo Chigi di lunedì però è una dichiarazione di volontà che non è semplice tradurre in un testo perché si tratta di una norma tecnica.

Ora però Draghi ha ascoltato Confindustria e Orlando ha dovuto fare marcia indietro.
È un fatto grave perché si è determinata un’ingerenza su quella che lo stesso presidente del consiglio aveva presentato come una decisione unanime, anche durante una conferenza stampa. Se quella era già una mediazione non si capisce perché vada cambiata.
Bonomi loda la sottosegretaria leghista al lavoro Nisini: il governo pende a destra. Avete qualche rimorso per aver elogiato Draghi?
Non giudichiamo un governo su un singolo provvedimento ma siamo preoccupati per un’assenza di confronto che si dimostra quotidianamente va a svantaggio dei lavoratori: è stato così per questo intervento e sembra esserlo anche sul decreto Semplificazioni.

Confindustria sostiene che il costo della cassa integrazione sia alto e ora sarà gratuita in cambio dell’impegno a non licenziare. Ma con la mediazione di Draghi le imprese che vogliono licenziare non hanno di certo interesse a chiederla.
Io credo che in questa fase Confindustria debba prendersi una responsabilità. Nessuno di noi chiede che il blocco dei licenziamenti debba durante all’infinito. Ma abbiamo già perso fin troppo lavoro nella pandemia e quindi bisogna utilizzare tutti gli strumenti possibili per evitare altri licenziamenti. Un tema agibile era quello del costo della cassa integrazione: ora è stato tolto dal tavolo perché la cig è totalmente gratuita, anche quella non Covid, oltre a tutti gli aiuti e fondi ricevuti anche nei decreti Sostegni. Bisogna smetterla di pensare che il blocco dei licenziamenti sia una misura contro l’industria perché permette alle imprese di poter gestire meglio la ripartenza. E invece Confindustria con queste pressioni ha dimostrato che vuole solo licenziare perché punta a liberarsi dei lavoratori che considera esuberi.

È realistico pensare che la riforma degli ammortizzatori parta a ottobre?
Immagino parta a gennaio, ma è realistico che a ottobre ci sia un impianto, anche se siamo molto indietro con i tavoli di confronto e non c’è praticamente alcun testo.

Con Cisl e Uil voi già venerdì sarete in piazza davanti Montecitorio mentre le categorie degli edili e del commercio hanno minacciato lo sciopero generale se tornasse la deregulation dei subappalti e le gare al massimo ribasso.
La mobilitazione è un’arma importante. C’è una discussione aperta con Cisl e Uil su come andare avanti dopo il presidio unitario di venerdì che è già molto importante. Edili e commercio sono i più colpiti da subappalti liberi e gare al massimo ribasso e hanno tutto il nostro appoggio se le norme saranno nel decreto Semplificazioni.