Una manifestazione nazionale contro il decreto «Sblocca Italia» a Bagnoli il prossimo 7 novembre. L’appello sta circolando tra le 160 associazioni e movimenti della campagna «Blocca lo Sblocca Italia – difendi la tua terra!» che hanno partecipato al sit-in a piazza Montecitorio a Roma per contestare il provvedimento attualmente in discussione nella commissione ambiente della Camera (verrà approvato, probabilmente, lunedì prossimo).

L’ex complesso industriale di Bagnoli, ancora da bonificare, è uno dei simboli di un provvedimento che cerca di rilanciare la crescita ricorrendo a cemento, asfalto, trivellazioni in tutto il paese e adottando un modello di democrazia neo-autoritaria che trasferisce il potere decisionale dagli enti locali a favore dei commissari ad hoc o direttamente alla presidenza del Consiglio. Come dovrebbe avvenire per Bagnoli, dove Renzi ha avocato a sè i poteri sulla bonifica, esautorando le autorità comunali e non considerando che dal 1994 esiste un piano regolarmente approvato (ne parla Vezio De Lucia nell’ebook «Rottama Italia» pubblicato da Altreconomia). «Occorre reagire con forza – si legge nell’appello – il decreto va bloccato con un’iniziativa di massa che rilanci a livello nazionale le vertenze settoriali e le lotte sui territori».

Ieri un centinaio di attivisti di Action, associazioni e comitati hanno manifestato nel centro storico di Roma. «Lo Sblocca Italia è uno strumento che distrugge il paese – ha spiegato Andrea Alzetta di Action – Siamo contrari anche al commissariamento dell’Agenzia del Demanio perché svende i beni culturali». «Renzi sta smontando la Costituzione – ha detto Gaja Neubert del Comitato «No corridoio Roma-Latina – Se pensa di portare l’Italia a livello della Germania tenga presente che la Germania ci ha messo 60 anni». C’è stato anche un blitz simbolico nella sede romana della Salini Impregilo. La battaglia dei comitati è ispirata ad un paradigma di politica economica basato sulle energie rinnovabili, il riuso degli immobili, contro la finanziarizzazione dei beni comuni e a favore di una democrazia partecipata.

Ieri l’Europa ha lanciato un duro monito al governo. Nel mirino un aspetto determinante dello Sblocca Italia: la proroga senza gara delle concessioni autostradali. È uno degli aspetti più criticati del decreto perchè favorisce i monopolisti del settore. Il governo ha due mesi di tempo per rimediare, altrimenti rischia una procedura di infrazione. Nel frattempo procede l’esame degli emendamenti. Ieri è stata cancellata l’incredibile norma sulla privatizzazione dell’Acquedotto Pugliese.
Soddisfatto il sindaco di Bari Antonio Decaro (Pd) che ha sostenuto un emendamento presentato dai parlamentari pugliesi. «Una norma che era precedente – ha spiegato il presidente della commissione ambiente Realacci (Pd) e chiaramente in contrasto con l’esito al referendum sull’acqua pubblica del giugno 2011».