Domenica notte nuovi sbarchi a Lampedusa: due imbarcazioni con, rispettivamente, 15 e 16 tunisini sono arrivate vicino alla costa per essere poi scortate in porto dalla Guardia di finanza. Tra sabato e lunedì mattina sono stati 11 gli arrivi sull’isola con oltre 200 persone in totale.

L’hotspot ha toccato così quota 330 ospiti, su una capienza di 95. Un pattugliatore ieri ha portato 50 migranti a Porto Empedocle, dove in serata sono arrivati ulteriori 90 migranti sul traghetto di linea. Gli sbarchi fantasma di susseguono su tutte le coste italiane. A Capobianco, nell’agrigentino, è stato trovato ieri un barcone abbandonato. Nella stessa provincia, a Torre Salsa, altro approdo: solo nove i tunisini rintracciati. In Sardegna 70 i migranti arrivati nelle scorse 24 ore.

Non tutti riescono a effettuare la traversata. Alarm phone venerdì aveva avvisato delle condizioni critiche di un barcone con 56 persone, allerta ignorato per 80 ore prima che la marina di Tripoli li riportasse nei campi di detenzione. Domenica nuovo caso: «Barca in pericolo nella zona Sar di Malta con 32 persone a bordo. Le autorità maltesi sono informate. Serve un salvataggio immediato» scrivevano sui social. Ieri il battello era ancora alla deriva: «Ci sono 7 bambini e 2 donne incinte. La barca è ancora in difficoltà nella zona Sar di Malta. Lasciarli in mare mette le loro vite a rischio».

Sul tema sbarchi Matteo Salvini attacca il governo: «Sono riusciti a raddoppiarli rispetto a settembre dell’anno scorso. Non è incapacità, è questione di quattrini e credo sia una promessa fatta alla Merkel». Ma il ricercatore dell’Ispi Mateo Villa spiega sui social: «Gli sbarchi erano in ripresa da maggio. Il trend precede nettamente il cambio di governo. In effetti a settembre sono aumentati del 160%, con 2.432 arrivi rispetto ai 947 dello stesso mese nel 2018 ma, allargando lo sguardo, fa ancora paura?». In base ai dati del Viminale, erano stati 6.291 a settembre 2017, 16.975 nel 2016, 26.107 a settembre 2014.

Il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ha annunciato la soluzione: «La maggior parte adesso arrivano in Italia sui barchini dalla Tunisia. Accelererò la procedure di rimpatrio e andrò presto lì, un paese non pericoloso che il 6 ottobre celebra per la seconda volta elezioni democratiche, con il quale è necessario fare nuovi accordi». Gli accordi attuali prevedono 80 rimpatri a settimana. L’anno scorso l’allora ministro Salvini aveva offerto più aiuti economici, investimenti, sistemi radar e motovedette in cambio di un maggiore contrasto alle partenze.

Il Forum tunisino per i diritti economici e sociali, d’altro canto, denuncia «le pressioni dell’Italia per fare del paese una piattaforma per ospitare e selezionare i migranti irregolari». Il Forum sottolinea che i porti tunisini non possono essere considerati sicuri perché il sistema giuridico non garantisce i migranti e i richiedenti asilo. Inoltre, le organizzazioni internazionali e nazionali non sarebbero in grado di fornire servizi di base ai naufraghi.