«Capisco che serviva accendere un riflettore su quanto accade in Italia, ma non posso tollerare che questo avvenga sulla pelle di donne e bambini». Il tono è calmo ma si capisce che per Filippo Nogarin quello trattato non è proprio un argomento come tutti gli altri. Ieri mattina il sindaco 5 Stelle di Livorno ha pubblicato un post in cui si diceva pronto ad aprire il porto della città alla nave Aquarius e al suo carico di disperati. Salvo poi ritirarlo poco dopo, cosa che gli ha fruttato l’accusa di aver subìto pressioni da parte del governo.

Era davvero pronto a forzare la mano aprendo il porto di Livorno?
I sindaci non possono aprire i porti. Il mio non voleva essere un atto di disobbedienza, ma semplicemente una presa di posizione, per altro secondo me molto sentita dalla città, per tenere alto il livello dei valori umani. Nessuna critica quindi nei confronti del governo, perché non è questo il punto.

E’ vero che ha ricevuto pressioni per ritirare il post?
No nessuna censura e non ho ricevuto nessuna telefonata di pressioni. Io mi rendo conto che questo è un argomento molto delicato, diventato spesso e volentieri uno dei temi della campagna elettorale. Ma tocca anche sentimenti molto intimi di ognuno di noi. Nel momento in cui mi sono reso conto che il post avrebbe potuto mettere in difficoltà chi lavora sull’immigrazione con umanità, mantenendo rapporti diplomatici con altri Paesi oppure svolgendo seriamente il proprio lavoro nei ministeri, ho deciso di rimuoverlo. Nessuna censura quindi, anche perché non avrei problemi a dirlo.

Ha parlato con il ministro Toninelli?
No, ho scambiato dei messaggi stamattina (ieri mattina, ndr) con Luigi Di Maio, poi ho mandato dei messaggi a Toninelli il quale non mi ha risposto. Di Maio mi ha chiesto cosa stava accadendo e io gliel’ho spiegato. Lui mi ha detto che era impegnato con l’unità di crisi e mi ha rassicurato sulle condizioni delle persone a bordo dell’Aquarius.

Non crede che il M5S stia cedendo alle posizioni estremiste della Lega?
No, non lo penso. Il Movimento fa delle analisi molto puntuali con una posizione estremamente poco ideologica. Io ho sentito il bisogno di intervenire perché una città come Livorno non poteva stare in silenzio e fare la noce nella botte. Capisco però che in ballo ci sono anche le relazioni internazionali del governo.

Non c’è il rischio che una parte dell’elettorato 5 Stelle non capisca queste prese di posizione così dure sui migranti?
Può darsi, ma non ci si può muovere soltanto in funzione del consenso. Bisogna capire che talvolta, in certe situazioni, si può lavorare con la convinzione di fare l’interesse collettivo, anche là dove non riesci a intaccare il consenso.

E la politica del governo sui migranti non è solo ricerca del consenso?
Non posso rispondere solo con un sì o un no. Questo è un argomento estremamente complesso che non può avere risposte semplicistiche.

Lei ha già preso le distanze dalle dichiarazioni fatte dal ministro Fontana sulle famiglie arcobaleno. Ora c’è stata questa vicenda dei porti. Non è che questo governo comincia a starle un po’ stretto?
Credo che in politica debba esserci la possibilità di esprimere posizioni differenti. Certo poi tutto deve portare a una sintesi e a una presa di posizione, anche perché sull’immigrazione non mancano le speculazioni. Penso a certe prese di posizione dell’Unione europea o di alcuni Stati membri. Comprendo quindi che una linea dura del governo possa servire ad accendere un faro sul problema e a scuotere l’Europa. Non posso tollerare però che questo avvenga sulla pelle di donne, uomini e bambini.

Quindi per lei non è stato un errore allearsi con la Lega per formare il governo?
Quale altra alternativa c’era? E comunque questa non è un’alleanza, è un contratto e le parole contano. Io non mi sento alleato con la Lega e da sempre combatto su posizioni che sono molto, molto distanti da quelle della Lega. Posso capire che ci siano alcuni punti sui quali si è ritenuto possibile lavorare e su quelli si è trovata la forza di formare il governo, perché questa nazione ne aveva bisogno. Però io non mi sento assolutamente alleato della Lega.